Sostenibilità

Le dieci regole d’oro per costruire davvero in modo sostenibile

Oltre le mode e le apparenze

di Redazione

Edifici che vengono presentati come sostenibili
in realtà sono spesso sovradimensionati, mal localizzati,
con consumi e manutenzione onerosi Nella descrizione degli edifici contemporanei, progettisti e critici dell’architettura tendono a parlare diffusamente di qualità ambientale degli edifici, definiti troppo spesso “ecologici” e “sostenibili” anche quando ciò risulta profondamente inappropriato. Molti sono gli edifici progettati e costruiti per affascinare formalmente, per rispondere alle esigenze creative dell’architetto, come se fosse un artista e non un progettista. In questi edifici le questioni ambientali passano in secondo piano: vengono citate, evocate ma non risolte o, nel migliore dei casi, solo parzialmente affrontate.
La situazione più frequente, anche tra gli architetti maggiormente noti, è la realizzazione di edifici con grande uso di tecnologie e materiali innovativi, spesso anche dotati di impianti per autoproduzione di energia da fonti rinnovabili o soluzioni bioclimatiche di indubbio interesse, ma sovradimensionati, mal localizzati, con una enorme quantità di energia incorporata, una durata ridotta ed una manutenzione elevata.
Definire questi come edifici sostenibili non è solo una approssimazione ma è un grave errore che dequalifica il termine e conduce ad una perdita di valore dei contenuti della parola stessa. Affrontare la progettazione dal punto di vista ambientale implica porsi come obiettivo principale del progetto la massima riduzione dell’impatto ambientale, della richiesta di energia, delle emissioni connesse alla realizzazione ed al funzionamento dell’edificio, e quindi implica di condizionare e subordinare tutte le scelte, anche quelle formali, al raggiungimento di questo obiettivo.
Ogni scelta del progettista comporta effetti ambientali riducibili ed in alcuni casi eliminabili e comporta altresì degli effetti sociali profondi. L’incidenza del settore delle costruzioni sulla società è infatti tale che le scelte di materiali, tecnica, componenti, modalità costruttive operate in fase di progettazione possono comportare delle profonde trasformazioni delle comunità locali. In particolare estrapolare i caratteri dell’edificato dai caratteri dei luoghi, ricorrere a soluzioni preconfigurate, adottare soluzioni non specifiche e non appropriate al contesto oltre a contribuire all’alterazione dei luoghi, all’aumento dei consumi e delle emissioni è un esproprio culturale profondo delle capacità tecniche della popolazione. Anche di questo un edificio ecologico dovrebbe avere cura di interessarsi.
Se volessimo predisporre un elenco di dieci caratteristiche per cui un edificio si può definire “ecologico” o “sostenibile”, dovremmo dire almeno che:
1. la sua costruzione sia indispensabile
2. sia adeguatamente localizzato
3. sia specifico per una località
4. recuperi o riqualifichi l’esistente
5. riduca al minimo le dimensioni
6. usi materiali a basso impiego di energia, salubri e a basso impatto
7. riduca il bisogno di energia
8. dia un ruolo attivo nella progettazione agli abitanti
9. esprima la capacità sociale del costruire
10. sia finalizzato al benessere della comunità
WWF Italia, attraverso la campagna Generazione Clima (generazioneclima.wwf.it), promuove tra gli operatori del settore una maggiore attenzione nei confronti dell’effettiva sostenibilità dei progetti e delle realizzazioni e per questo ha pubblicato un piccolo fascicolo che presenta le motivazione e i caratteri di un edificio ecologico. Il fascicolo L’edificio ecologico è richiedibile gratuitamente a WWF Ricerche e Progetti srl (c.marcos@wwfrp.it).

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