Donatella Bramanti è docente di Sociologia e mediatrice comunitaria. Insegna al master in Mediazione familiare e di comunità dell’università Cattolica, da cui sono già usciti 300 mediatori specificamente formati a lavorare sulla comunità.
Vita: Perché la mediazione è meglio di un processo?
Donatella Bramanti:La giurisprudenza non affronta il conflitto, si schiera. Dando ragione a uno e torto all’altro alimenta il conflitto. È un approccio importantissimo, ma quando in gioco ci sono le pratiche di convivenza ha pochissimo ritorno, genera una escalation del conflitto.
Vita: Lei vede più conflittualità sociale oggi?
Bramanti: La maggiore esplicitazione dei conflitti è anche determinata dalla maggiore libertà in cui viviamo. In questo senso la mediazione di comunità si colloca nel cuore della dialettica tra libertà e controllo sociale ed è uno strumento cruciale per rendere operativo il concetto di cittadinanza societaria.
Vita: Perché la mediazione può rinsaldare la coesione?
Bramanti: Uscire dal conflitto con la percezione d’aver portato a casa qualcosa di buono per sé, oltre la logica vincitore/vinto, rende le persone più forti e quindi più capaci di relazionarsi con il diverso. Se la coesione sociale è la capacità di tenere insieme le differenze, la mediazione è estremamente costruttiva.
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