Non profit

Cgm, sperimentare il nuovo

Primo giorno della Convention nazionale. La relazione di Claudia Fiaschi, che parte citando Montale

di Redazione

È iniziata nella cornice stupenda dei Magazzini del Cotone di genova la decima  Convention di Cgm. Mille le persone, che in tre giorni lavoreranno in sessioni plenarie ein workshop. Dopo i saluti del sindaco di Genova, del presdiente della Provincia e del Governatore Burlando, Claudia Fiaschi, la presdiente del Consorzio, ha letto la relazione introduttiva. Era una Fiaschi visibilemente emozionata quella che è salita sul palco e ha presentato la sua visione per lo sviluppo di questo che è la più importante aggregazione di cooperative sociali. La Fiaschi in apertura ha citato una frase di Eugenio Montale, tratta dal discorso per il conferimento del Nobel nel 1975: «Mi fa impressione il fatto che una sorta di generale millenarismo si accompagni a un sempre più diffuso comfort, il fatto che il benessere (laddove esiste, cioè in limitati spazi della terra) abbia i lividi connotati della disperazione». «Ho chiesto al poeta/scrittore genovese di togliermi dall’imbarazzo delle prime parole di questa relazione introduttiva», ha spiegato la presidente di Cgm. «.
Ho preso in prestito una frase che esprime bene tutto lo stupore del nostro tempo rispetto ai risvolti imprevisti dello sviluppo e del benessere, di fronte all’ambivalenza di uno scenario che poco assomiglia a quanto ci aveva promesso e soprattutto a ciò che desideriamo. Ambivalenza dello scenario che tiene per mano quella, più positiva, che accompagna ogni crisi e cambiamento: l’evidenziarsi dei limiti e il manifestarsi delle opportunità».

Il primo impegno. Incontrare la persona. «Siamo invitati ad un appuntamento importante. A questo appuntamento non possiamo né mancare né arrivare in ritardo. L’appuntamento di cui sto parlando è quello con la persona e le persone che incontriamo. Ci è richiesto oggi, più che mai, di metterci accanto alle persone, in
contatto con i problemi della vita vissuta. Nell’agire quotidiano è infatti implicita una sorta di dispersione. È necessario invece uno sforzo di concentrazione collettivo e individuale per rimettere al centro del nostro agire quotidiano le persone che incontriamo e i loro bisogni, alcuni dei quali rischiano di rimanere ”invisibili” all’occhio di ogni fretta e di ogni abitudine».

 

Secondo impegno: riscrivere il patto di comunità. Essere diversi e pensarsi uniti. «Animare la comunità, collaborare a riscrivere il patto di convivenza comunitaria, primo bene comune, fonte della fiducia necessaria che muove prossimità e relazioni soddisfacenti nella comunità».

Terzo impegno: i talenti di tutti per rinnovare il vecchio e sperimentare il nuovo. «Ci viene anche chiesto di generare il nuovo, di farci carico di nuove priorità. E nelle sfide più complesse nessuno è sufficiente a se stesso. Il talento cooperativo che ci ha aiutato sino ad oggi a fare rete per la comunità può allora fare davvero la differenza ed essere il vantaggio da spendere, seppur in forma nuova, in questa stagione di auspicato rinnovamento. Cooperare può divenire un’utile matrice interpretativa su cui incardinare principi e pratiche di sussidiarietà nella comunità e per la comunità». Qui è venuta la parte più importante della relazione di Cluadia Fiaschi, che si sintetizza in questa proposta di innovazione: «Interpretare i consorzi come incubatori di comunità, luoghi dell’ascolto e dell’incontro non solo dell’impresa sociale che desidera crescere e consolidarsi, ma anche centri di gratuità prossimità per le persone e le famiglie. Questo è il talento e la missione dell’impresa sociale di comunità che rappresenta il cuore della nostra identità.

I numeri. «Con un valore aggregato della produzione di 1.100.000.000 di € (+19,3 % nel triennio, +,6,8% nell’ultimo anno), un Mol a 61.200.000 € (+30,6% nel triennio, +12,8% nell’anno), un patrimonio netto di 209.000.000 € e una forza lavoro di 45.000 unità, il gruppo Cgm si colloca senza dubbio alcuno tra le esperienze di successo dell’economia non profit europea e mondiale. Siamo un fatto unico nel nostro Paese. E siamo un fatto economico ed insieme politico».

Le foto della Convention Cgm sono di Placido Losacco

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