Non profit
Action Aid in festa per i 20 anni
Il 19 novembre una serata di gala all'Alkatraz di Milano per sottolineare l'anniversario delle attività dell'organizzazione
di Redazione
«Il numero di persone che soffre la fame ha per la prima volta superato quota un miliardo. La nostra associazione vuole onorare i 20 anni di lotta in difesa del diritto al cibo, all’acqua, alla salute e all’educazione nel Sud del mondo, continuando a coinvolgere i migliaia di cittadini italiani che la sostengono e non accettano distrazioni o pause delle istituzioni nella lotta alla povertà». Così Chiara Somajini, presidente di ActionAid, ha presentato le iniziative per i 20 anni di attività dell’associazione.
Il 19 novembre Action Aid festeggia all’Alkatraz di Milano, con una serata di gala con concerto che servirà a raccogliere fondi per finanziare le attività della charity.
«Expo 2015 è lieta di unirsi ai festeggiamenti di ActionAid per i suoi 20 anni di presenza in Italia» ha detto questa mattina alla conferenza stampa di lancio Andrea Radic, direttore della Comunicazione di Expo 2015 SpA. «L’Esposizione Universale che si svolgerà a Milano nel 2015 avrà come tema portante proprio il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta, ed è per questo che condividiamo la campagna sul diritto al cibo portata avanti da ActionAid e che sarà il fulcro dei festeggiamenti del 19 novembre».
«Con la sua campagna a favore del diritto al cibo ActionAid vuole ribadire che la fame è il risultato del mancato godimento di un diritto (quello al cibo) e quindi prima di tutto è un problema politico» sottolinea in un comunicato l’organizzazione. «ActionAid intende fare chiarezza sulle varie responsabilità, su chi ha il dovere e il potere di cambiare questa situazione e, sinora, ha invece fallito e contribuire a cambiare questa situazione, mobilitando milioni di persone in decine di paesi, al Sud come al Nord del mondo. La fame è una tragedia che causa più vittime di disastri naturali, malattie e guerre. Ma la fame si può sconfiggere, oggi più che mai. Al mondo, infatti, c’è cibo a sufficienza perché ognuno possa assumere il doppio delle calorie giornaliere necessarie. E questo non è l’unico dato paradossale: la maggior parte delle persone che soffre la fame, infatti, vive nelle zone rurali, cioè laddove il cibo si produce».
«Avere da mangiare a sufficienza è un diritto umano fondamentale» si legge ancora nel comunicato di Action Aid. «Se ancora milioni di persone soffrono la fame è perché qualcuno non mantiene i suoi impegni. Innanzitutto i governi e le istituzioni internazionali: sono loro a proclamare i diritti umani – tra cui quello al cibo – e sono loro a doverne assicurare il godimento universale. Ma un ruolo crescente lo rivestono anche le imprese, le cui decisioni spesso danneggiano le popolazioni povere, i lavoratori e i piccoli produttori agricoli. Il diritto al cibo è stato sancito dalle Nazioni Unite già nel 1948, nella Dichiarazione universale dei diritti umani approvata dall’Assemblea Generale nel 1948. Eppure molti, sia nell’opinione pubblica sia nelle istituzioni, ancora non considerano quello all’alimentazione un diritto importante quanto quello alla libertà d’espressione, al non essere torturato, alla salute, all’istruzione».
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