Non profit

Sudan: positiva la visita delle associazioni italiane

Uscirà presto un rapporto della ‘Campagna italiana per la pace e i diritti umani in Sudan’ sui dieci giorni di visita ufficiale nel Paese

di Emanuela Citterio

Si è conclusa con un bilancio positivo la prima visita ufficiale nel nord del Sudan della ?Campagna italiana per la pace e i diritti umani in Sudan?. Lo riferisce Gino Barsella, portavoce della campagna, composta da associazioni e ong (tra cui Acli, Amani, Arci, Caritas, Cuore amico, Missionari comboniani, Nigrizia, Mani Tese, Pax Christi) che dall’83 fa conoscere le violazioni dei diritti umani contro le popolazioni del Sud Sudan, esito di una guerra civile che dura omai da più di vent’anni. “La terza fase dei colloqui tra i ribelli dell?Esercito di liberazione popolare sudanese (Spla) e il governo di Khartoum si è chiusa in Kenya la scorsa settimana ed ha fatto registrare notevoli passi in avanti” dice Barsella in un comunicato diffuso dall’agenzia Misna. “La Campagna ha sottolineato come gli ultimi sviluppi positivi non possano però far chiudere gli occhi su una realtà ancora troppo dura, fatta di violazioni di diritti umani e di guerra”. I membri della delegazione hanno raccolto testimonianze di esponenti di tutti i settori della società civile sudanese, di politici e uomini di governo e dei diplomatici e delle organizzazioni internazionali presenti in Sudan. Tutto il resoconto della missione uscirà in un rapporto specifico sulla situazione del Sudan. è la prima volta che rappresentanti della società civile italiana riescono a entrare ufficialmente in Sudan. La Campagna aveva già più volte visitato le aree del Sud Sudan in mano all’Esercito di liberazione sudanese (Spla) ma non era ancora riuscita ad ottenere il visto di entrata da parte del governo. La visita ha permesso di “constatare la situazione degli sfollati e dei diritti umani in generale, verificare il cammino del processo di pace assieme alla società civile sudanese, aprire un dialogo fiducioso ma franco col governo di Khartoum”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.