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Russia: tutte le novità dell’accordo bilaterale

Unificazione delle procedure, abbinamento in Italia, accreditamento sine die degli enti: ecco cosa prevede l'intesa ratificata da Putin

di Benedetta Verrini

Accreditamento sine die agli enti autorizzati, abbinamento famiglia-minore in Italia, procedure più veloci, un solo viaggio all’estero: sono le principali novità dell’accordo bilaterale italo-russo ormai giunto alla ratifica del premier Putin.

L’intesa, già ratificata da parte italiana il 18 febbraio scorso, rappresenta un modello unico per Mosca, e costituirà un punto di riferimento per la stesura degli accordi bilaterali con gli altri Paesi europei ed Est europei.

La settimana scorsa una delegazione italiana composta dal senatore Carlo Giovanardi, presidente della Cai, e da alcuni parlamentari e rappresentanti di enti autorizzati è stata in visita a Mosca per un seminario sulle adozioni, che aveva come obiettivi un confronto sull’implementazione dell’accordo e il dialogo con alcune realtà dell’associazionismo russo per il sostegno delle forme di accoglienza familiare.

“Gli scenari dell’accoglienza familiare dei minori russi sono cambiati: nel 2008 è più che raddoppiato il numero di bambini accolti da famiglie russe rispetto a quelle accolte da famiglie straniere: si sono registrate 10.737 adozioni nazionali a fronte di 4.234 adozioni internazionali”, ha fatto sapere AiBi dal proprio sito.  “Questo andamento è frutto di una politica promossa da Mosca per dare impulso alle adozioni nazionali e all’affido familiare”.

Il presidente AiBi Marco Griffini, di ritorno dal seminario italo-russo, non nasconde la sua soddisfazione: “E’ un accordo di fondamentale portata non solo perché ha coinvolto l’Italia come primo paese estero partner”, dice, “ma soprattutto perché segna l’impegno di un paese che ha firmato ma non ratificato la Convenzione de L’Aja verso la piena accettazione delle procedure e degli standard internazionali di sussidiarietà legati all’adozione internazionale”.

Gli effetti benefici di questo accordo ricadono prima di tutto sui bambini: “Il fatto che l’abbinamento avvenga in Italia fa sì che i minori non avranno più lo stress di incontrare i loro potenziali genitori, in capo ai quali restava anche la possibilità di rifiutarli, e poi doverli attendere ancora settimane in istituto, in attesa del perfezionamento dell’adozione”.

Fino ad ora, infatti, le coppie che dovevano adottare un bambino russo dovevano fare tre viaggi: nel primo dovevano firmare l’accettazione dell’abbinamento del minore, dopo minimo un mese dalla firma dell’abbinamento, la coppia doveva tornare nel Paese per partecipare all’udienza; infine doveva tornare per ritirare i documenti per l’autorizzazione all’ingresso del minore in Italia e portare finalmente con sé il proprio figlio. Tra un viaggio e l’altro trascorreva un periodo di tempo variabile che complessivamente si aggirava intorno a un mese e mezzo.

Ad oggi sono 69 gli enti che hanno ottenuto dalla autorità russe l’accreditamento a promuovere le adozioni internazionali in Federazione Russa, di cui 10 sono italiani (AiBi, Airone, ARAI, Ariete, Bambini dell’arcobaleno, Cifa, La Primogenita, NADIA, SOS bambino, SPAI). “L’accreditamento non scade più”, spiega Griffini. “Ciò ci consentirà una continuità nei progetti e nelle attività. Le autorità russe, dal canto loro, si riservano la possibilità di effettuare attente ispezioni periodiche nelle nostre sedi. E la cosa mi pare estremamente positiva per garantire la regolarità e la trasparenza del nostro lavoro”.

L’ultimo aspetto rivoluzionario dell’accordo bilaterale è l’unificazione delle procedure: ciascuna delle 87 regioni che compongono la Russia ha richiesto alle coppie, fino ad ora, un proprio elenco di documenti. L’obiettivo cui si tenderà ora è l’unificazione dei documenti e delle prassi.

www.aibi.it

 

 

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