Formazione

Cara Gelmini, vogliamo il divorzio

Le associazioni di disabili pronte ad abbandonare l'Osservatorio per l'integrazione: «il Ministro ci snobba»

di Sara De Carli

La decisione ultima spetta ai direttivi di Fish e Fand, che si riuniranno il prossimo 10 novembre. Ma per Salvatore Nocera il condizionale è quasi superfluo: «Noi siamo convinti di uscire da una Consulta che ormai è solo una scatola vuota».

La Consulta in questione è la Consulta Ministeriale dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica: era convocata per ieri, con un ordine del giorno pieno di problemi. L’avvio dell’anno scolastico, infatti, ha riservato bruttissime sorprese agli alunni con disabilità e alle loro famiglie: classi sovraffollate, con anche 30 ragazzi e 4/5 alunni con handicap certificato (si veda la documentazione prodotta dalla Regione Campania); tagli degli insegnanti di sostegno, anche in regioni come Lombardia, Lazio e Marche che avevano invece un rapporto docenti di sostegno/alunni disabili ben inferiore a quell’1 ogni 2 previsto dalla legge; mancanza di formzione obbligatoria per gli insegnanti curriculari; aumento esponenziale delle attività di laboratorio, «che altro non è se non un bel modo per dire che gli alunni disabili vengono tolti dal gruppo-classe, ricreando di fatto una classe differenziale, con buona pace dell’integrazione scolastica», dice Nocera.

Bene, quell’appuntamento tanto atteso, ieri, è stato disertato dal ministro Mariastella Gelmini, che non ha inviato nemmeno un sottosegretario (leggi qui). «È la prima volta che accade», dice Nocera, che dell’Osservatorio – prima come tecnico ministeriale poi come rappresentante delle associazioni – fa parte dalla sua istituzione, nel 1989: «Questo Ministro non l’abbiamo mai incontrato, né lui né i suoi sottosegretari. Ci ha sempre elegantemente snobbato». Il capitolo integrazione scolastica cioè la Gelmini lo ha sempre delegato solo ai suoi dirigenti ministeriali, che però anche ieri ai problemi sollevati dalle associazioni hanno ripetuto un sostanziale «scusate tanto, ma non possiamo rispondere nulla, le decisioni politiche non le possiamo prendere noi». Dall’alto dei suoi quarant’anni di esperienza Nocera si dice molto preoccupato: «ancora un anno così, e l’integrazione scolastica, fiore all’occhiello della scuola italiana, se ne andrà in soffitta».

Le richieste delle associazioni rappresentate da Fish e Fand sono scritte nel documento preparatorio della riunione di ieri, ma sostanzialmente si può partire da tre: ripristinare il decreto ministeriale del 1999 che fissa il tetto massimo degli alunni con disabilità presenti in una classe (2 se la classe ha fino a 20 alunni, 1 se ne ha fino a 25); rispettare il DPR 81/09 che fissa a 20, massimo 22 di norma il numero degli alunni per classe; bloccare immediatamente tutte le pratiche che attuano classi differenziali di fatto. «Insomma, su tante cose si può trattare, il punto è che questo Osservatorio da quando c’è questo ministro non funziona per niente, c’è il disinteresse più assoluto dietro il paravento del patto di stabilità», conclude Nocera. Che tuona: «Esattamente un anno fa due grandi esperti come Andrea Canevaro e Dario Ianes hanno abbandonato il comitato tecnico dell’Osservatorio, che di fatto da allora è in stan by, in polemica con il ministro: l’hanno fatto troppo elegantemente. Questa volta il divorzio delle associazioni dalla consulta arriverà sulla stampa».


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