Non profit
Il grande boom delle associazioni trans
Crescono le sigle che riuniscono i 209mila transessuali d'Italia
di Redazione
All’inizio dà un po’ fastidio, poi ci si abitua: trovare al posto della “a” femminile e della “o” maschile l’asterisco non è proprio il massimo (almeno stilisticamente), ma nei siti delle associazioni delle persone transessuali – per brevità, i T* – così è. Quindi si legge, a seconda dei casi, «siamo stuf* del caso Marrazzo», «siete invitat* al consultorio», «i T* non sono tutt* prostitut*». È una sorpresa, dal Nord al Centro Italia (quasi niente al Sud) constatare quante siano le realtà nate negli ultimi anni per sostenere il percorso di vita e le difficili scelte delle circa 9mila persone trans italiane e delle 200mila straniere (la stima è di Francesca Busdraghi, presidente di AzioneTrans).
Oltre alle organizzazioni “istituzionali” come Cgil Nuovi diritti, legata al sindacato e presente in tutta Italia, e all’associazione Certi diritti, spin off dei radicali (la cui testimonial è stata una giovane Luciana Littizzetto), le altre sono soprattutto territoriali, anche se alcune si sono riunite in un Coordinamento nazionale intitolato a Sylvia Rivera. Ne fanno parte cinque associazioni: il Mit – Movimento di identità transessuale, associazione di Bologna che si occupa della difesa dei diritti delle persone transessuali, travestiti e transgender e gestisce un consultorio che conta ben 650 utenti; l’associazione Libellula 2001 di Roma (con sede anche a Napoli), attiva anche all’interno del carcere di Rebibbia e fondatrice del servizio di counselling telefonico Linea Amica Trans; il Gruppo Luna, interno al Circolo Maurice di Torino, che organizza gruppi di auto-aiuto e incontri culturali; il Centro servizi Ireos di Firenze, associazione affiliata all’Anpas che gestisce un consultorio, un centro di documentazione e promuove il Florence Queer Festival, rassegna internazionale di cinema a tematica gay, lesbica e transgender; il Circolo Pink di Verona, associazione di promozione sociale molto nota in città, che gestisce uno sportello di accoglienza e informazione per le persone transessuali.
Non è finita, ovviamente, perché fuori dai coordinamenti c’è molto. A Torre del Lago (Lucca), per esempio, località turistica gay friendly, c’è il consultorio dell’associazione Transgenere, una delle più attive in Italia, presieduta da Fabianna Tozzi Daneri, che all’indomani del caso Marrazzo prese pubblicamente, su vita.it, una dura posizione contro l’immagine negativa che delle trans emergeva sui mass media; infine a Roma Francesca Busdraghi è l’anima di AzioneTrans, «l’unica associazione di area Pdl», come la definisce la fondatrice, che accusa tutte le altre realtà di essere «a senso unico», ovvero spostate a sinistra. Senza colore politico sono però le stime relative alle discriminazioni subite dai T* in ambito lavorativo: secondo AzioneTrans solo il 20% di questi ha un lavoro «diurno», cioè diverso dalla prostituzione.
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