Non profit

L’area dismessa rinasce col riuso temporaneo

Sbarca in Italia un'iniziativa che trasforma la città

di Natascia Gargano

Capannoni abbandonati, palazzi in disuso, fabbriche dismesse: è il panorama comune a molte metropoli. Ma un’alternativa all’abbandono degli edifici vuoti in città c’è, ed è sempre più diffusa: si chiama riuso temporaneo. Accade a Londra, Bruxelles, Berlino, e oggi anche a Milano. Addio scenari fatiscenti: strutture in disuso si trasformano in laboratori creativi, cantieri deserti rivivono in esposizioni d’arte, e artigiani, microimprese e artisti possono trovare ospitalità per un periodo di tempo limitato in strutture inutilizzate, il tutto grazie all’associazione Precare.it che, assieme a Cantieri Isola, ha portato in Italia il riuso temporaneo. Un vantaggio per le giovani associazioni ma, a ben vedere, anche per la proprietà e per il quartiere: «Riqualificare il patrimonio edilizio permette di sottrarlo al degrado e ad atti di vandalismo», spiega Andrea Graglia di Precare.it, «e in più favorisce l’animazione sociale del territorio».
Una filosofia dello spazio urbano che è da poco una realtà nell’ex portineria Breda di Sesto San Giovanni. Piante, frutta e ortaggi “occuperanno” almeno per due mesi, da novembre a fine dicembre, l’ex area industriale a nord di Milano: 190 metri quadrati concessi in comodato d’uso gratuito, in un inedito sviluppo dei terreni che a lungo hanno ospitato la storica azienda. «Die Grünen» (nome ispirato all’omonimo partito dei Verdi fondato nel 1980 da Joseph Beuys), a firma dei giovani artisti Ettore Favini e Lucie Fontaine, è il progetto vincitore del bando di gara «Invito alla creatività ex Breda Greenhouse», organizzato in collaborazione con il Comune di Sesto San Giovanni e Milano Metropoli Agenzia di sviluppo (proprietaria dell’ex portineria). Una serra-vivaio, ma anche una piattaforma di incontro tra paesaggisti, designer, associazioni e realtà locali accomunate dalla passione per il verde urbano. E per ricordare il passato legato alla Breda, si alterneranno in un’installazione la scritta “employer” (datore di lavoro) e la scritta “employee” (impiegato), il tutto rigorosamente alimentato a pannelli solari.
Un progetto originale che ha convinto per la sua «sostenibilità energetica, per il riciclo dei materiali impiegati e per il coinvolgimento della cittadinanza», spiega Valeria Inguaggiato di Cantieri Isola. Pilastri della filosofia del riuso temporaneo sono, infatti, le finalità socioculturali e le occasioni di aggregazione. Metamorfosi urbane sperimentate con successo oltreconfine che potrebbero diventare un riferimento per le politiche urbane dell’amministrazione, magari approfittando dell’appuntamento milanese Expo 2015.


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