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Politica. La pace e le «belle bandiere»
Per palazzo Chigi le bandiere della pace sono «un sinbolo di parte», ma molti comuni le espongono con orgoglio. Chi ha ragione?
ROMA – Di che colore sono, le bandiere della pace? Arcobaleno, potrebbe rispondere qualche ingenuo pacifista ?irenico? (che significa proprio questo: «Cercare le vie della pace») che le bandiere della pace le espone sui balconi e dalle finestre di casa propria. A tutt?oggi, sono più di 300 mila, con tendenza a salire: i commercianti e i venditori ambulanti di molte grandi città, come nella centralissima corso Buenos Aires di Milano, una volta fiutato l?affare, ne hanno ordinato subito uno stock enorme in magazzino ed hanno anche cominciato a tirare su il prezzo: base d?asta, 5 euro, ora siamo già sopra i 10. Anche i giornali stanno decidendo da che parte stare: i settimanali Vita e Diario l?allegano nei loro prossimi numeri, i quotidiani Liberazione e manifesto ne faranno distribuzione militante il 15 stesso, il nuovo quotidiano della Margherita Europa pure, ma il 14.
Per la presidenza del Consiglio del governo italiano, invece, le bandiere della pace, dietro i tanti colori dell?arcobaleno, nascondono un colore solo, il rosso accesso dei comunisti sanguinari e geurrafondai (loro). Palazzo Chigi, infatti, ha fatto conoscere ieri il suo no rotondo e deciso all?ipotesi che le tanto vituperate bandiere sventolino sugli edifici pubblici della nostra amata Patria. Su questi, infatti, informa una nota di palazzo Chigi sono ammesse solo, nell?ordine, la bandiera italiana (biancarossaeverde), quella dell?Unione Europea (blu, con le stellette), di Regioni e Enti locali (ad abundantiam). Al massimo – e in casi particolari – si possono esporre quelle di Stati stranieri, fa sapere il Governo (cosa vuol dire? Che se viene Tariq Aziz in Italia si espone la bandiera irachena?). Immediata la risposta del sindaco Ds di Firenze, Leonardo Domenici, che aveva di fatto aperto il caso con la decisione di appendere la bandiera «incriminata», quella arcobaleno, appunto, sulla facciata di Palazzo Vecchio: «quella della pace non è una bandiera, è il simbolo di un valore sancito dalla Costituzione», ha commentato. La decisione del sindaco aveva raccolto i consensi della giunta di centro-sinistra, ma non del centrodestra. Subito era stata coinvolta la Prefettura che a sua volta ha chiesto un parere al Cerimoniale della Presidenza del Consiglio, massima (?) autorità in materia. La risposta della Presidenza del Consiglio è arrivata oggi, seppure indirettamente collegata al caso Firenze. Anche i prefetti di Belluno e di Reggio Emilia, hanno chiesto chiarimenti, di fronte all?esposizione. E la Presidenza si è così pronunciata: «L’uso di vessilli diversi che non siano quelli previsti, può configurare il reato di vilipendio della bandiera, reato sanzionabile anche penalmente». Intanto, però, le giunte di destra e di sinistra vanno avanti: a Roma e a Genova, Veltroni e Pericu hanno deciso per l’esposizione della bandiera (del resto le due amministrazioni porteranno in piazza, il 15, a sfilare per la pace anche i loro gonfaloni) ma lo stesso è avvenuto a Taranto e in Regione Puglia, amministrate dal centro-destra. A Milano, invece, di fronte al tentativo di due consiglieri dell?opposizione di Verdi e Prc (Baruffi e Farina) di esporre la bandiera della pace, è arrivato fulmineo il no del sindaco forzista Albertini. Polemiche ancora in corso, invece, nella Regione Emilia-Romagna. dove il consigliere di Forza Italia Ridolfi si è rifiutato di restare in aula a causa delle bandiera ?sventolate? da Prc e Verdi. Al che il capogruppo di Rifondazione Masella ha esclamato: per toglierle dovete passare sul mio cadavere. Infine, nella prestigiosa e antica sede veneziana della regione Veneto, il no all?esposizione richiesta da Margherita, Ds, Verdi e Prc è arrivato dai soliti leghisti, che hanno intimato di levare subito le bandiere. «Turbano la quiete pubblica», hanno detto. Non dissimile il giudizio del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che ha detto: «Sono pacifista, ma non voglio che la bandiera arcobaleno venga esposta in consiglio comunale in quanto è un simbolo di parte». Già, peccato che Chiamparino non sia leghista, ma diessino. «Le belle bandiere» s?intitolava un libro di Pier Paolo Pasolini e «Dalle belle città date al nemico» era l?incipit di una famosa canzone partigiana. Chissà se Chiamparino li conosce, questi testi. Magari, il 15 febbraio, glieli si regala.
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