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Merini, la Bibbia sotto il cuscino

L'ultima intervista della grande poetessa a Vita

di Sara De Carli

L’ultima intervista che Alda Merini ha rilasciato a VITA risale al maggio 2008. Alla seconda edizione del Festival biblico, che l’anno precedente aveva esordito con un botto a sorpresa di 25mila visitatori, lei era l’ospite d’onore.

Alda Merini al Festival portava “Il poema della croce”, uno spettacolo realizzato con Giovanni Nuti. Al telefono fu ironica e leggera: «La Bibbia? Non l’ho mai letta», rispose, spiazzandomi, quando le chiesi che rapporto avesse con il Libro sacro, dando per scontato che lei lo frequentasse. «No, la leggo, ma è confusa: troppi nomi, non riesco mai a capire le discendenze».

Questa è una notizia, le dico. Alda Merini che della Bibbia dà un giudizio negativo! Lei scoppiò in una risata: «Un giudizio universale! Sono una donna che ama svolazzare qua e là, anche nei libri sono abituata a prendere il meglio. Nella Bibbia ho trovato il Vangelo e il Cantico dei Cantici, non lo trova bello anche lei?».

Qualcosa nella sua voce diceva chiaramente che cominciava a trovare divertente la scocciatura di una giovane giornalista che la voleva usare per un pezzo di colore facile facile. Certo, ma cosa ama in particolare, provai a rilanciare, ormai sicura di essere in trappola. «La passione, il desiderio, l’elogio della carne. Non capisco perché poi i preti la passione la negano». E del Vangelo? «Le parabole, i miracoli. Almeno si capisce cosa dicono. I poeti sono degli sfaticati: la sera metto la Bibbia sotto il cuscino e spero così di impararla». Rise di nuovo, «buonasera signorina».

Me la immagino così, questa sera, Alda Merini. Una anima innamorata che butta via i libri e salta sopra cuscini di nuvole, fregandosene di imparare alcunché a memoria, perché adesso ciò che del Vangelo amava lo può godere faccia a faccia.


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