Non profit

Nascere in laboratorio, senza genitori

Annuncio choc dell'università di Stanford, si può concepire un bambino partendo dalle staminali

di Franco Bomprezzi

Ricerca ed esperimenti genetici producono notizie a volte dirompenti: la possibilità di concepire un bambino usando solo cellule staminali modificate, senza bisogno di un atto riproduttivo e neppure, tecnicamente, di un padre e di una madre, colpisce la coscienza di tutti, anche se si tratta di un esperimento che mira a combattere la sterilità. Ecco come i giornali oggi raccontano e commentano questo argomento.

“Spermatozoi e ovuli dalle cellule staminali” è il richiamo in prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di oggi, che mette il servizio di Adriana Bazzi a pag 29. L’esperimento è dell’università di Stanford: serviranno per la fecondazione in vitro. Gli scienziati ritengono che questa sia «la sconfitta della sterilità». Queste le fasi dell’esperimento: 1-sono state usate staminali provenienti da embrioni in soprannumero ottenuti dalla fecondazione assistita. 2-nelle staminali è stato introdotto, attivandolo e disattivandolo, il gene DAZL. Questo ha portato alla formazione di cellule riproduttive primordiali, dotate sempre di 46 cromosomi. 3-A questo punto sono stati introdotti altri due geni, chiamati DAZ1 e BOULE, che hanno portato alla divisione della cellula staminale di 46 cromosomi in due parti. «È una premessa per la cura della sterilità» scrive la Bazzi, «un gruppo di ricercatori americani è riuscita a trasformare cellule staminali embrionali in ovuli e spermatozoi primitivi e spera entro cinque anni di fabbricare la versione matura da utilizzare per la fecondazione in vitro. Per procreare utilizzando senza padre o senza madre, ma con cellule da embrione». “Prospettiva che seduce” è il titolo del commento del biologo Edoardo Boncinelli: «..È qualcosa di più di una fecondazione medicalmente assistita, perché per uno dei due partner o per entrambi non si usano gameti prodotti per via normale. È il massimo sforzo possibile contro la sterilità.. L’unico passaggio che per ora non si può evitare è quello dell’utilizzazione di un utero femminile per far crescere l’embrione e il feto».

 “Ovuli e sperma dalle staminali presto bimbi senza uomo e donna”: è il titolo a pagina 32 di LA REPUBBLICA (ma c’è un richiamo in prima). Riferisce Enrico Franceschini da Londra: scienziati americani sono riusciti per la prima volta a creare in laboratorio spermatozoi e ovuli da cellule staminali. Entro 5 anni gli studiosi prevedono che sperma e ovociti così prodotti saranno in grado di creare embrioni umani. La notizia è apparsa sulla rivista scientifica Nature e ha fatto il giro del mondo. Creando non poche polemiche. Gli scienziati della Stanford University autori della ricerca dicono di non voler giocare a fare Dio. L’obiettivo è la lotta all’infertilità che colpisce tra il 5 e il 15% delle coppie. Due i commenti sotto forma di intervista. Giuseppe Novelli, preside di Medicina a Tor Vergata: “Un passo decisivo ma la vera riproduzione resta un processo oscuro”: «dopo che ovuli e spermatozoi sono stati prodotti nel nostro organismo, devono passare attraverso varie fasi di imprinting che sono essenziali per la loro fertilità. Questo processo è ancora piuttosto oscuro e non può essere riprodotto in laboratorio: si tratta di sopprimere selettivamente alcuni geni che non sono coerenti con il sesso di appartenenza. La natura ha impiegato 400milioni di anni a rendere efficiente la riproduzione sessuale, evidentemente le cose non sono così semplici». Netto il parere di monsignor Sgreccia, della Pontificia accademia per la vita: “Moralmente inaccettabile è una deriva pericolosa per l’intero genere umano”. «Per la Chiesa è immorale e inaccettabile concepire una creatura senza l’incontro d’amore tra l’uomo e la donna secondo il progetto di Dio. Qualsiasi sistema che escluda tale prospettiva sarà sempre condannato dalle autorità ecclesiali».

In copertina “L’ultima follia, ora i bimbi nasceranno senza genitori” urla IL GIORNALE che spiega alle pagg. 16 e 17 le  nuove frontiere della scienza. Dalla parte dei bambini scrive Claudio Risè che non si fida dei «maestri della tecnoscienza» e nota: «Esseri prodotti in laboratorio senza nessun contributo né di un padre né di una madre apparterebbero alla storia della scienza, ma difficilmente entrerebbero nell’umanità». «Di fronte al sinistro circo Barnum tecnoscienza & mercato dei bambini preoccupiamoci pure, ma non cadiamo nell’isteria». Dalla parte della coppia scrive, invece, Annamaria Bernardini de Pace che riflette «Se la scienza ruba emozioni e incontri a uomini e donne ci sarà più solitudine» e analizza «Qualche mamma  sarà persino felice di non deformare  il suo corpo, di non «partorire con dolore», ma non potrà mai apprezzare la carezza dell’uomo amato al suo pancione e il primo strillo del bambino che si stacca da lei» e gli uomini faranno forse un altro salto doppio carpiato nella femminilizzazione sostituendosi integralmente a tutto quello che sarebbe stato dato al bambino dalla mamma che non c’è?». Dalla parte della scienza intervista al genetista Francesco Fiorentino che chiosa: «Sì agli sperimenti, ma guidati dall’etica»- IL GIORNALE in un box evidenza che ieri «l’Osservatore romano rilanciava un passaggio di un documento che sarà discusso a novembre alla Conferenza episcopale  statunitense dove si legge che i «bambini vanno generati e non fatti». Lo scritto «on si riferisce esplicitamente ala ricerca della Stanford University, ma ribadisce le posizioni del Vaticano».

Il SOLE24ORE dà la notizia a pagina 12 dopo che – sottolinea – aveva già anticipato le conclusioni dello studio inglese sulle staminali lo scorso luglio. La domanda capitale che sta dietro la nuova tecnica è ovviamente questa: «genitori in carne e ossa hanno dunque i giorni contati?». Risponde la ricercatrice che ha fatto la scoperta: «Credo che questi studi ci aiuteranno a trovare nuove cure», dice la scienziata Reijo Pera, «ma non necessariamente attraverso la produzione di sperma in laboratorio».

Il commento e l’analisi del quotidiano comunista IL MANIFESTO sono affidati a Carlo Alberto Redi, uno dei maggiori studiosi italiani di genomica funzionale. Nel pezzo “Una ricerca apripista”, Redi sostiene che è ancora troppo presto definire i campi di possibilità per l’applicazione terapeutica di questi risultati e che i titoli e i commenti tra il catastrofico e l’inorridito di chi invoca la limitazione della ricerca scientifica e di chi descrive un futuro dove «bambini Frankenstain» sono assemblati in laboratorio, non corrispondono  alla realtà.

“Dagli Usa ipotesi di cure e rischiose derive: ancora un annuncio choc, ottenute cellule riproduttive”: questo il titolo, riassuntivo della posizione del giornale, che AVVENIRE ha in prima pagina. Il punto che si ribadisce anche all’interno è che allo stato non esiste «nessuna terapia funzionante con le cellule staminali embrionali, nemmeno a livello sperimentale» mentre «moltissime terapie salvavita sono basate sull’utilizzo delle staminali adulte». Quindi il messaggio è chiaro: meglio utilizzare queste ultime e non rischiare, scrive ancora AVVENIRE intervistando il genetista Bruno Dalla Piccola, «andare verso una riproduzione asessuata» che «costruisce embrioni per poi distruggerli». L’alternativa, spiega ancora Dalla Piccola, per creare genomi utili a combattere la sterilità, è sempre quella di usare staminali adulte, le cosiddette cellule IPS, riprogrammandole per diventare cellule embrionali.

“Genitori addio. Nasce il bimbo artificiale”. E’ il titolo scelto da LA STAMPA per raccontare l’esperimento choc fatto da un gruppo di biologi dell’Università di Stanford in California.  Il pezzo, oltre alla spiegazione scientifica dell’esperimento e delle sue possibili applicazione, mette in evidenza due concetti: «Con questa ricerca si cerca di fare luce piena sui meccanismo della sterilità» e poi che «con spermatozoi e ecocidi creati in provetta sarebbe risolto alla radice il problema dell’infertilità sia maschile e femminili». Il pezzo è accompagnato sia da un box con un intervento di Monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita «E’ una sperimentazione ancora in atto rispetto alla quale ribadisco che esistono almeno due tipi di cellule staminali. Quelle embrionali e quelle adulte del cordone ombelicale che possono essere riportate allo stato embrionale attraverso la tecnica Ips collaudata in Giappone. E questa tecnica che sta trovando sempre più scienziati che la seguono e che non presenta problemi di ordine etico» e da due interviste  a due esperti con vedute opposte come il professor Carlo Flamigni, esperto di procreazione assistita «Scoperta utile e importante. Passo fondamentale per battere la sterilità» e quella del filosofo Remo Bodei «I laboratori produrranno esseri totalmente privi di tradizione e soggettività. La fabbrica dell’uomo fa arretrare la civiltà».


E inoltre sui giornali di oggi:

INFLUENZA A
CORRIERE DELLA SERA – “Virus A, quattro morti. «Siamo il paese più colpito d’Europa»” , dice il viceministro Fazio. «Influenza A, l’Italia ha il triste record di casi in Europa insieme alla Spagna. «Circa 380 per 100mila abitanti – ha spiegato il vice ministro della Salute Ferruccio Fazio -. Sono saliti moltissimo. Comunque la patologia rimane lieve e sotto controllo». Dal 19 ottobre sono state attivate le reti dei medici sentinella, che – dice Fazio – «ci consentono di fare un paragone tra il nostro e gli altri Paesi europei che prima non era facile realizzare». La Spagna ha un numero di casi simile all’Italia, la Francia si attesta su 216 casi per 100mila abitanti, mentre l’Inghilterra risulterebbe avere un dato 10 volte inferiore anche se – precisa il vice ministro – il dato (39 casi per 100mila abitanti) probabilmente è sottostimato». Fazio smorza comunque le preoccupazioni: «L’influenza A continua a restare leggera». Conferma però due raccomandazioni già fatte in passato, ovvero «di non andare a intasare i pronto soccorso ma di recarsi dal medico di famiglia in caso di contagio», e che a vaccinarsi «siano solo i servizi essenziali e i pazienti con malattie croniche». «Gli altri – ribadisce in conclusione Fazio – non devono vaccinarsi».

LA REPUBBLICA – “Virus A, 11 morti in Italia” è il titolo in prima pagina. Cui seguono vari approfondimenti. Il nostro paese detiene il primato dei contagiati in Ue. Sarebbero già 200mila. La conferma dal viceministro Fazio. La curva dei contagi si è impennata nell’ultimo week end, con il raddoppio dei contagiati. Ma non è ancora stato raggiunto il picco della pandemia. Sul fronte vaccini però la situazione è caotica: si punta a vaccinare 25 milioni di persone, ma burocrazia e ritardi impediscono di farlo con un ritmo normale. Ogni regione decide per sé come e quando vaccinare. Nel frattempo le classi scolastiche sono dimezzate: alla Lombardia alla Campania è boom di assenze.

IL GIORNALE  – La vicenda del virus H1N1 è nelle pagine milanesi con un focus sulle scuole dove sono colpiti tre studenti su dieci. Ma la Regione frena: «Non è necessaria la chiusura degli istituti». Il pezzo fa riferimento ai dati influnet (il centro di sorveglianza della sindrome influenzale, coordinata dal Ministero della Salute NDR ) per cui solo «un terzo dei casi è riconducibile al virus A».

MORTE IN CARCERE
LA REPUBBLICA – “Stefano, il corpo che non si deve vedere”. Il 31enne Stefano Stucchi, arrestato per 20 grammi di droga, e morto una settimana dopo l’arresto. Il suo corpo mostra diversi traumi e la famiglia chiede chiarezza. Non crede alla versione ufficiale cioè di una caduta accidentale per le scale. Il ministro Alfano ha riferito in Parlamento mercoledì scorso fornendo questa versione. L’Arma dei Carabinieri respinge ogni accusa.

TOSSICI
CORRIERE DELLA SERA – “La Milano normale in fila per il metadone” titola il quotidiano milanese un’inchiesta di Andrea Galli che ha passato una mattinata all’ingresso del Sert di via Conca del Naviglio: «Una mia amica era incinta e continuava a pippare. ‘Sei matta, non ci pensi al bambino?’ domandavo. Rispondeva: ‘Tranquilla. Al massimo esce più piccolo’. Quando ho saputo di aspettare la mia Ale, ho smesso. Ha nove mesi. Dico, giurano, che è nata sanissi­ma. Però ho usato cocaina per cinque anni… Ogni dieci minuti, specie la notte, la ispeziono. La visito, proprio come fossi un medico. Ho paura di trovare arti spostati, gli occhi che non si aprono, i riflessi spenti. Una ossessione. Io ho 29 anni». E ancora. «Mi guardi. Si vede che, insomma, vivo bene, una vita di un certo livello. Mi ci vede a finire dai marocchini in stazione Centrale a cer­care l’eroina? Ci andavo ogni sera. Avevo schifo. E le parla uno che è ingegnere, ha cinquant’anni, ha passato una vita a costruire di tutto in Africa, conosce gente di livello, mia sorella, per dirle, lavora a… e io giravo a comprare l’eroina».

FRANCE TELECOM
SOLE24ORE – Il SOLE continua a seguire gli sviluppi dell’azienda francese già privatizzata e ora sottoposta a drastici tagli, che hanno provocato un’ondata di suicidi e le dimissioni del manager «taglia-dipendenti». L’ultima novità volta a limitare lo stress dei lavoratori è la proposta di concedere il part time ai dipendenti più anziani (over 57 anni) a parità di stipendio. Il problema è ovviamente di costi: la manovra secondo le stime di Télécom dovrebbe costare addirittura un miliardo, e ieri sono stati resi noti i dati trimestrali dell’azienda che mostrano un preoccupante calo del fatturato del 6,4%.

CITTADINANZA
ITALIA OGGI – La legge sulla cittadinanza agli immigrati e ai loro figli nati in Italia proposta dai finiani Fabio Granata e Andrea Sarubbi che prevede la riduzione da 10 a 5 anni il periodo di tempo necessario a uno stranero per chiedere la cittadinanza e il passaggio dallo jus sanguinis allo jus soli e che è stata depositata ieri in commissione Affari Costituzionali della Camera, rischia di isolare ulteriormente Fini dalla Pdl. Oltre ad essere stata bocciata la linea del presidente della Camera, è più realista, secondo il pezzo “Fini si gioca la cittadinanza nel Pdl”, che la maggioranza accolga la controproposta  della cittadinanza a punti avanzata della fondazione Magna Carta.

IMMIGRAZIONE
AVVENIRE – Zapatero non sta simpatico ad AVVENIRE, si sa, ma la notizia qui c’è tutta: il Parlamento spagnolo ha approvato ieri la riforma proposta dal governo per inasprire ulteriormente le regole sull’immigrazione. In pratica la nuova legge rende più facili le espulsioni (tre mesi di tempo per l’immigrato irregolare, poi dovrà lasciare il paese) e limita i ricongiungimenti familiari. Tra le note positive, invece, l’estensione del diritto di voto locale agli immigrati regolari provenienti da paesi di lingua spagnola.

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