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Benjamin Barber alle giornate dell’Interdipendenza

di Redazione

«Affrontiamo le nuove crisi del ventunesimo secolo senza confini con istituzioni politiche del diciottesimo secolo basate su frontiere, sovranità nazionale e il concetto di stato-nazione». A sollevare il problema è Benjamin R. Barber, politologo americano e professore all’Università del Maryland, nel suo intervento alla prima sessione di lavori delle “Giornate dell’Interdipendenza”, in programma oggi e domani a Firenze.
«Questa profonda asimmetria tra le nostre sfide interdipendenti e le nostre ipotetiche soluzioni indipendenti-sovrane», secondo Barber «è alla base dei nostri fallimenti. Tuttavia se capissimo l’ecologia nelle sue dimensioni interdipendenti, se comprendessimo i mercati globali nei loro caratteri interdipendenti e se capissimo la religione nelle sue aspirazioni ecumeniche e interdipendenti allora potremo vedere che l’interdipendenza costruttiva può offrire la soluzione a tutte le sfide prodotte dalla “cattiva” interdipendenza».
In questo contesto, secondo Barber, «dobbiamo o globalizzare la democrazia o democratizzare la globalizzazione», cosa che può essere raggiunta concentrandosi più su «città globali e in rete piuttosto che su stati sovrani tradizionali» e valorizzando il ”glocal” piu’ che gli approcci nazionali alla risoluzione dei problemi.

Per Barber occorre guardare ai nuovi mezzi di comunicazione, come Internet, per trovare «indizi verso nuove forme di relazioni civili transnazionali» ed essere capaci di immaginare «istituzioni nuove, indipendenti che possano aiutarci a rispondere e superare le crisi che affrontiamo». (agenzia Asca)

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