Famiglia

Riprende negoziato per trattato sul commercio delle armi

Dopo tre anni di stallo, il Comitato per il Disarmo dell’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite torna a discutere sulle limitazioni alla circolazione di armi leggere

di Emanuela Citterio

Si riaprono i negoziati sul Trattato sul Commercio delle Armi (Arms Trade Treaty-ATT).  All’inizio di novembre il Comitato per il Disarmo dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tornerà a discuterlo dopo tre anni di stallo. A riportare la notizia è l’agenzia Fides.

Il Trattato è stato ricordato nell’Elenco Finale delle Proposizioni dell’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi: «I padri sinodali» si legge nel documento «incoraggiano i governi nazionali ad appoggiare lo studio in corso e la preparazione di un Trattato sul Commercio delle Armi (ATT) all’ONU, con standard universali di coercizione per il commercio globale di armi convenzionali, che dovrebbe rispettare i diritti dell’uomo e la legge internazionale umanitaria».

I negoziati per l’adozione del trattato si sono arenati tre anni fa dopo che la maggior parte degli Stati membri delle Nazioni Unite aveva approvato una proposta di colpire il traffico illecito di armi di piccolo calibro. Un gruppo di sette Paesi, guidati dalla Gran Bretagna, sta ora spingendo per realizzare progressi concreti nella sessione del Comitato dell’Assemblea generale dell’ONU sul disarmo, che si riunirà ai primi di novembre, e durerà un mese.

A essere cambiata, nel frattempo, è la posizione degli Stati Uniti, il più grande produttore al mondo, esportatore e importatore di armi di piccolo calibro, che nel 2006 votò contro l’avvio della stesura del Trattato all’assemblea generale dell’Onu. Ora la nuova amministrazione appoggia il proseguimento dei negoziati formali.

Il Trattato sul Commercio di Armi (ATT) prevede di istituire un sistema di valutazione del rischio per determinare la legittimità di qualsiasi transazione di armi leggere, caso per caso, sulla base delle probabilità che le armi siano utilizzate per arrecare danno ai civili o usate in qualsiasi altro modo diverso dalle legittime esigenze di difesa nazionale o di sicurezza interne e di polizia.

Il Trattato inoltre intende rafforzare gli accordi già esistenti sulle regole etiche dell’esportazione delle armi e fornire un quadro legale per punire i trasgressori. Sono proprio le disposizioni di tipo legale ad essere al centro del dibattito tra gli Stati.


Secondo i dati dell’ONU, nel mondo sono in circolazione 875 milioni di armi di piccolo calibro, la maggior parte detenute da privati.


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