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L’Italia ha il record europeo dei cesarei

Il 32% delle mamme partorisce con un taglio cesareo. I medici ammettono: «abbiamo paura delle complicanze legali»

di Sara De Carli

Italia prima in Europa per parti cesarei: il 38%. I dati sono stati comunicati durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), in corso a Bari. I dati sono il frutto di una indagine statistica effettuata dalla Sigo tra maggio e settembre 2009. In Francia i cesarei sono il 20,2% dei parti, in Inghilterra il 23%.

I medici non hanno dubbi: per 9 ginecologi su 10 sono le complicazioni medico-legali la prima causa del taglio cesareo in Italia e il contenzioso rappresenta il vero problema da affrontare per risolvere questa anomalia. Nel complesso, le motivazioni organizzative pesano più di quelle cliniche: 59% contro solo il 32%, un caso su tre. Il 59% ritiene che la preparazione del ginecologo/ostetrico al parto vaginale è inadeguata.

È la prima volta che la Società scientifica analizza “a tappeto” un problema così spinoso, che coinvolge oltre 200 centri italiani. “Abbiamo ben presente la questione, se ne discute da anni, ora però possiamo affrontarla attingendo ai risultati delle nostre interviste per cercare soluzioni e fornire proposte concrete da condividere con le Istituzioni”, afferma il presidente Sigo Giorgio Vittori.

Tra le cause dell’altissimo numero dei cesarei in Italia c’è anche una precisa scelta delle madri: il 27% dei cesarei è frutto di una loro precisa scelta, senza indicazione clinica. Un orientamento su cui, dice un medico su due, sembra incidere anche la scarsa possibilità di accedere all’anestesia epidurale, non ancora garantita in tutto il Paese. Il 56% dei medici che ha risposto al questionario indica fra le ragioni che inducono le madri a richiedere il taglio cesareo la maggiore possibilità che, in caso di intervento, sia presente il ginecologo curante rispetto a quando il parto avviene per via vaginale.


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