Sostenibilità

Tocca a te!

Dalla casa alla mobilità, l'abc della giornata sostenibile

di Silvano Rubino

Mancano meno di 40 giorni al summit di Copenhagen. Un vertice decisivo per affrontare i cambiamenti climatici e la questione delle risorse. Al tavolo ci saranno i big. Ma tutti possono dire la loro. Come? Dimostrando che la rivoluzione degli stili di vita è iniziata. Andrea Poggio, uno dei leader di Legambiente, ne è più che convinto La sostenibilità? Passa anche da un piccolo oggetto come un portatessere da tenere in tasca. Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente, ci tiene dentro: «l’abbonamento al treno perché sono pendolare, l’abbonamento bici più treno, l’abbonamento al servizio car sharing di Legambiente, l’abbonamento al bike sharing del Comune di Milano e la tessera dei mezzi pubblici Atm di Milano». Un piccolo oggetto che rende tangibile il quotidiano impegno che ciascuno di noi può mettere verso i grandi obiettivi che verranno discusso dai grandi della terra a Copenhagen, il 7 dicembre

Vita: Il vertice Onu sul clima è un appuntamento fondamentale. Ci si aspetta molto dai grandi della terra. Ma quanto i singoli sono consapevoli del ruolo che ciascuno ha con le proprie scelte quotidiane?
Andrea Poggio: Mentre all’estero c’è una forte pressione da parte delle massime cariche di governo per il coinvolgimento della cittadinanza, in Italia questa pressione arriva dal basso. Stanno cominciando a cambiare molti comportamenti e c’è un investimento considerevole dei privati in questa direzione. Sull’efficienza energetica delle case, per esempio, c’è una grande attenzione grazie anche alle famose detrazioni del 55%. Nei primi 18 mesi gli italiani hanno investito tre miliardi e mezzo di euro.
Vita: Come si può rendere la propria giornata sostenibile senza rivoluzionare la propria vita?
Poggio: Cominciamo dalle cose che sono già entrate nei comportamenti collettivi. Assistiamo ad un calo della vendita di acque minerali e conseguentemente ad un aumento dei sistemi domestici per rendere l’acqua frizzante o l’utilizzo dell’acqua comunale, del rubinetto. La scelta verso le rinnovabili si sta diffondendo in migliaia di case italiane, penso agli impianti fotovoltaici e al mercato del solare termico.
Vita: La politica degli incentivi quindi funziona?
Poggio: Sì, ma non tutti sono andati nella direzione di cambiamenti reali. Ad esempio quello sulle biciclette. Nessun indicatore può dimostrare che quegli incentivi, rapidamente esauriti, abbiano moltiplicato la mobilità ciclabile. C’è il rischio che siano solo aumentate le bici nelle cantine. Non è detto altresì che il sistema dell’incentivo alle quattro ruote sia andato tutto nella direzione dell’ecologico perché c’è stato un aumento delle auto immatricolate quindi un aumento di auto generale e non in sostituzione. Appena il prezzo della benzina è sceso infatti c’è stata un’impennata dei consumi.
Vita: Cosa impedisce agli italiani di lasciare a casa l’auto?
Poggio: La rivoluzione della mobilità, che si verificherà nei prossimi anni, è già iniziata anche in Italia, proprio dalle città. Mentre vediamo aumentare il nostro tasso globale di motorizzazione, nelle grandi città si assiste per la prima volta ad un andamento decrescente. Tira la volata Milano, che dal 1990 ad oggi ha perso 200 mila auto e solo 50 mila abitanti. Tutte le grandi città, Torino, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo, vedono una decrescita del tasso di motorizzazione. L’unico caso in controtendenza è Roma che sta raggiungendo la stabilità.
Vita: È un cambiamento di stile di vita già in atto, quindi…
Poggio: Sì. Chi abita in città si è accorto che se ha la disponibilità di mezzi pubblici è molto più interessante e conveniente muoversi con mezzi differenti da quello privato. È un invito a sviluppare politiche di mobilità integrata, pubblico-privata, sistemi di intermobilità e sistemi di dissuasione al ricorso a mezzi privati. Un esempio è il successo che hanno avuto anche a Milano il bike sharing e il car sharing. Tutte queste possibilità se integrate tra loro sono una valida alternativa. Per questo Legambiente sta sviluppando a Milano la prima centrale di mobilità: un luogo di offerta e informazione sui sistemi integrati di mobilità pubblica-privata.
Vita: Torniamo alla casa. Come migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione senza spendere capitali?
Poggio: Primo punto: non dobbiamo avere case iper riscaldate ma una temperatura omogenea intorno ai 20 gradi in tutte le stanze. Per ottenere questo bisogna agire sulle dispersioni. Ma non c’è bisogno di cambiare gli infissi. Bastano sistemi banali per sigillare gli spifferi, come i vecchi salsicciotti. Se si vuol procedere ad un investimento il primo potrebbe essere per i termostati regolatori per la distribuzione del calore. Questi possono consentire la regolazione individuale del calore in ogni appartamento senza sostituire la caldaia collettiva. Si lascia l’impianto condominiale ma si inseriscono sistemi di contabilizzazione individuale del calore. Questo investimento ha tempi di ritorno nell’ordine di qualche anno al massimo. Per ogni grado in meno all’interno dell’abitazione c’è un 7/8 % in meno di consumo di combustibile. Se le famiglie spendono per il riscaldamento in media 1300/1400 euro annui, abbassare di un grado la temperatura media in casa significa un risparmio di circa 150 euro.
Vita: Quindi non è roba da ricchi applicare questi stili di vita?
Poggio: Ma no, si risparmia. Basta vedere sul sito della provincia di Bolzano i successi nell’efficienza energetica dei nuovi edifici di edilizia popolare. Sono case per tutti e fanno risparmiare. Il 53% dei costi di gestione di un abitazione è il riscaldamento.

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