di Paolo Massobrio
Andrea, collega con radici contadine l’altro giorno era felice e orgoglioso. Suo figlio ha voluto andare a scuola, prima elementare, con due fette di polenta che gli aveva fatto la nonna da spalmare con la Nutella. Quando è suonato l’intervallo, si è subito formato un crocchio di ragazzini per vedere cos’era questa novità. E più d’uno ha voluto assaggiarne un pezzetto. Noi siamo di quella generazione che è cresciuta con l’avvento dei canali televisivi e la pubblicità delle merendine era vista come un lusso che pochi potevano permettersi ancora. Ci si portava da casa focaccia e panino al prosciutto cotto. Ma l’avvento delle merendine sarebbe stato inarrestabile e oggi sono parte immancabile della spesa settimanale di una famiglia che sembra non farsi più molte domande. Cosa volete che sia una merendina? Forse nulla, ma forse la sistematicità con cui un pasto del giorno (la merenda appunto) è fatto da un solo fornitore qualche problema lo crea, non foss’altro per l’assenza di quella regola saggia e fondamentale che è la rotazione degli ingredienti. Ma c’è un altro fattore che viene turbato ed è quello del gusto, che nei piccoli ha il sapore di una scoperta e di una crescita, mentre lo studio delle merendine tende all’appiattimento e a tenerci a un livello infantile di gusto, il più lungo tempo possibile. In questo modo viene cancellata anche la sorpresa delle stagioni, che danno i prodotti della terra utili alla crescita del nostro organismo. Pensiamo alla frutta, al miracolo della frutta che offre elementi freschi d’estate e più pastosi quando si avvicina l’autunno. Tutto questo fa parte di un ordine, che esiste grazie al rapporto con le stagioni e allo straordinario meccanismo dell’universo. Ebbene, il tentativo di snaturare un ordine, di contraccolpo non può che portare al disordine. Al disordine alimentare, appunto, che è la cronaca dei nostri giorni dove si registra un aumento sconsiderato del sovrappeso nei piccoli e di casi di obesità.
Ora, quale sia la risposta di un’alternativa alle merendine lo sappiamo bene: è già scritto. Ma troppo spesso facciamo finta di nulla, con la scusa che il tempo manca. E di corsa, tutti insieme, ci dirigiamo verso un futuro da mille incognite, nell’era dove le patologie legate all’alimentazione sono aumentate in modo esponenziale. Si può fare qualcosa? Fermiamoci!
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