Non profit

Sartoria e riciclo. L’ultima moda è non buttare niente

Il successo degli Urban Swap Point

di Natascia Gargano

Un’associazione apre un punto “no cost”. Ed è subito un successo. Abiti rimessi a nuovo e corsi per il fai da teUna sbirciatina nell’armadio ed eccolo, quell’abito di qualche anno fa, perfetto, se solo avesse la vita più segnata. Fashion-victims d’Italia, essere di moda senza far piangere il portafogli, si può. Al passo con i tempi di un’annunciata austerità, la parola d’ordine è re-inventare. E allora, si torna in sartoria, quella chic però. Destinazione: Swap Boutique. Giovane creazione dell’associazione Atelier del riciclo, il negozio nel pieno centro di Milano è un vero laboratorio di idee per il recupero e il restyiling di abiti e accessori, il tutto rigorosamente eco-chic.
Wardrobe refashioning si chiama: grazie ai sapienti consigli di stilisti con la maestria di sarti, vecchi indumenti tornano a nuova vita. E da novembre anche i primi corsi per il fai da te, per imparare a trasformare un semplice cappotto in un capo da passerella. Ingredienti richiesti: ago, filo e, immancabile, tanto buon gusto. Lavorazioni sartoriali di ritorno che fanno tendenza, anni luce dalle sartine con lo spillo stretto tra le labbra, le forbici appese con un nastro al grembiule e a terra, un groviglio di fili e ritagli di stoffa.
Una ricetta che piace, parola di Chiara Bettelli della Boutique milanese: «Se al lusso non si rinuncia del tutto nemmeno in tempi di crisi, c’è sempre maggior richiesta di una moda sostenibile. All’estero esiste una lunga tradizione del vintage, e negli ultimi tempi anche in Italia le donne vogliono vestir bene ma senza sprechi».
Vestito risolto dunque, è il turno degli accessori. E allora quella borsa, tanto bella ma démodé, “scambiata” con un foulard prezioso. O un paio di décolletés Sergio Rossi con una pochette Borbonese. Proprio così, baratto d’haute couture. Importato dagli States col suo nome anglosassone “swap”, ora spopola anche nelle città della penisola, con Bologna apripista nazionale. Maisons del riciclo dove consegnare il vecchio guardaroba in cambio di uno usato, impensabile per le signore della moda solo fino a qualche anno fa.
Attenzione però, guai a presentarsi con lo scialle sgualcito della nonna, banditi i vestiti ammuffiti in soffitta. Un do ut des con stile, per capirci, nell’ottica di un lusso smitizzato nei suoi eccessi. E online è arrivato anche il club delle swappers italiane . Sarà la felice riscoperta della manualità (nell’ultimo anno la domanda di servizi sartoriali è cresciuta del 20%), sarà la vecchia filosofia del «non si butta via niente», sarà il rimando nostalgico al ronzio della macchina da cucire nella stanza degli armadi, fatto sta che oramai la serata è alle porte e tutto è già pronto. Il risultato? Originale, fashion e a costo praticamente zero.
Info: http://atelierdelriciclo.jimdo.com/
www.swapclub.it


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