Sostenibilità

Domani ambientalisti in piazza contro i rifiuti tossici

Fra gli organizzatori molte sigle della società civile calabrese e non solo, dal movimento Antimafie “Ammazzateci tutti” ai comitati civici, da Legambiente al WWF

di Riccardo Bianchi

Associazioni, sindacati e semplici cittadini, tutti in piazza per chiedere la bonifica di tutti i siti toccati dallo scandalo del riciclaggio illegale di rifiuti tossici, ritornato sulle prime pagine dei giornali grazie all’impegno di alcuni magistrati, che hanno scoperto nuovi depositi e una nave affondata carica di materiale nocivo. Sabato 24ottobre alle 9, sul lungomare di Amantea, proprio dove nel 2004 si arenò la motonave Jolly Rosso, che doveva anch’essa finire sott’acqua con tutto ciò che di pericoloso conteneva, inizierà il raduno. Durante la giornata si susseguiranno discorsi, interventi e un concerto.


Alla manifestazione nazionale, organizzata dal Comitato Natale di Grazia, parteciperanno molte sigle della società civile calabrese e non solo, dal movimento Antimafie “Ammazzateci tutti” ai comitati civici, da Legambiente al WWF.

Bilancio, tra alti e bassi, dell’ “Operazione Trasparenza” del WWF
E proprio quest’ultimi, a tre settimane dal lancio della sua “Operazione Trasparenza” stila un bilancio sulla vicenda delle Navi dei Veleni e elenca tutte le azione intraprese affinché sulla vicenda le istituzioni parlamentari si impegnino e investano risorse. Ma il giudizio non è sempre positivo.
“Uno sforzo straordinario per mettere fine al lassismo, alle reticenze e alle omissioni di Stato nell’affrontare un fenomeno di eccezionale rilevanza e gravità come quello dei traffici internazionali illeciti di rifiuti pericolosi e radioattivi” E’ quanto richiede l’associazione per fare luce anche su “l’attiva partecipazione di industriali e armatori senza scrupoli e la connivenza di apparati dello Stato”.

“Il WWF Italia farà di tutto perché quello di questi giorni non sia l’ennesimo “fuoco di paglia” sui traffici illeciti di rifiuti ed armi”, commentano i componenti della delegazione del WWF Italia composta dal co-direttore Gaetano Benedetto, dalla responsabile dell’Ufficio Legale Patrizia Fantilli e dal responsabile del Settore Legislativo Stefano Lenzi e dalla Presidente WWF Calabria Beatrice Barillaro.

Chiesti al Parlamento 50 milioni l’anno per le Navi dei Veleni
Molto positivo, invece, è il commento sull’azione della Procura di Paola, guidata da Bruno Giordano, che sta seguendo il caso, e la collaborazione avviata con il Ministero dell’Ambiente. Ma proprio per poter portare avanti con efficacia le indagini e la veloce bonifica delle zone, l’associazione chiede che siano garantite sia le risorse che gli strumenti, suggerendo al Senato un emendamento alla Legge Finanziaria 2010 per reperire fondi necessari per far fronte ai danni provocati dalle navi de veleni. Si tratta di circa 50 milioni di euro all’anno dal 2010 al 2012. Ha anche chiesto che sia nominato un Commissario delegato alla individuazione, messa in sicurezza, e la bonifica, laddove possibile, dei relitti delle “navi a perdere” e ha preso contatti con il Segretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.

Il WWF Italia, nell’ambito dell’Operazione Trasparenza è intervenuto con otto richieste operative sulle Commissioni parlamentari con poteri di indagine (traffici illeciti di rifiuti, criminalità organizzata e sulla sicurezza dello Stato) in cui al primo punto si chiede di istituire un rapporto organico tra i tre organismi parlamentari con poteri di indagine. Su questo punto ha dato le sue rassicurazioni il Presidente del Comitato per la Sicurezza della Repubblica, Francesco Rutelli, Il WWF Italia fa anche sapere di essere stato  convocato dal Presidente della Commissione bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella in audizione lo scorso 20 ottobre, mentre non ci sono stati contatti da parte del presidente della Commissione parlamentare sulla criminalità organizzata, Giuseppe Pisanu.

Rilievi in mare: “Servono strumenti adeguati”
Un altro punto del bilancio riguarda i rilevamenti e le analisi. Il WWF chiede che la nave usata sia dotata di un ROV preparato non solo ad effettuare riprese a 500 metri di profondità, ma che sia anche  dotato di bracci meccanici per manipolare i bidoni e operare con frese per aprire lamiere, nonché che abbia a bordo strumenti sofisticati quali anche un multibeam – side scan sonar (sonar a scansione laterale) e un sub-bottom-profiler (strumento per rilevare acusticamente la composizione dei sedimenti). E’ bene ricordare che i primi rilevamenti sulla radioattività in mare sono stati fatti con un rilevatore che non funziona in acqua.

Rilievi a terra: “Positivo l’impegno della Regione Calabria”

Infine Il WWF dice di valutare positivamente le iniziative della Regione Calabria e ritiene che la stessa  sia sulla strada giusta con l’avvio della campagna di indagine per il rilevamento a terra di sorgenti di emissioni radioattive effettuata, sempre su sollecitazione regionale, dal  NBCR (Nucleo Batteriologico Chimico Radioattivo) dei Vigili del Fuoco di Roma, dai Vigili del Fuoco della Calabria e dalla Protezione Civile, con la raccolta di informazioni sanitarie ed epidemiologiche. “Queste informazioni potranno servire alla commissione di oncologi che si riunirà in Regione il 5 novembre prossimo” spiega l’associazione “Anche questa specifica azione era tra le richieste di intervento che il WWF Italia ha lanciato lo scorso primo ottobre con l’Operazione Trasparenza”.


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