Famiglia

E le suore rinunciano a bere acqua minerale

Sposi che riciclano il vestito nuziale. Altri che fanno il viaggio di nozze con un’associazione che si occupa di adozioni a distanza. Così si diventa costruttori di pace

di Giampaolo Cerri

Non ragionieri ma costruttori di pace. Don Gianni Fazzini, dodici anni fa, era fra gli estensori del primo appello dei ?Beati?, oggi fa parte della segreteria nazionale dei Bilanci di Giustizia: «Allora si trattava di dare un segnale di pace in un mondo diviso fra Est e Ovest, fra comunismo e capitalismo, ed il segno fu l?obiezione di coscienza alle armi, agli eserciti. Oggi la contrapposizione non è più geografica: è economica, fra ricchi che diventano sempre più ricchi e poveri che diventano sempre più poveri». Giudizi netti, così come lo fu il titolo della manifestazione che, nel settembre del ?93, a Verona, lanciò per la prima volta la campagna: ?Quando l?economia uccide bisogna cambiare?. «Dopo quattro anni capisco l?importanza di queste 300 famiglie che, ogni mese, compilano il loro bilancio di giustizia, sono un segnale di controtendenza che dà speranza», dice don Fazzini. Racconta soddisfatto una delle ultime adesioni alla campagna: quella di una suorina padovana che ha convinto tutta la congregazione a bere l?acqua del rubinetto, anziché acquistare acqua minerale. «Usare il bilancio ci permette di confrontarci su quanti e quali prodotti entrano in casa nostra», spiegano Carla e Luigi di Rovigo «e ci spinge ad interrogarci sull?eticità e la necessità di essi». Soggetti attivi e non ?animali da consumo?, racconta la coppia che, analizzando i dati degli ultimi bilanci familiari, ha constatato «che molte cose siano cambiate nella nostra famiglia e soprattutto che ci siamo liberati dalla mentalità del tre per due». C?è chi ha scelto la sobrietà anche nel momento delle nozze. Come gli sposini bergamaschi che hanno riciclato l?abito, bandito il lancio di riso alla fine della cerimonia e comprato i confetti in una cooperativa sociale della zona. Mentre Paola e Luca, di Grugliasco (Torino), invece del lussuoso viaggio di nozze nel villaggio vacanze, hanno preferito rivolgersi ad un?associazione che si occupa di adozioni a distanza in Vietnam. «Il viaggio è stato per noi occasione di incontro con una realtà che, pur geograficamente lontanissima, è legata al nostro stile di vita da relazioni economiche spesso di sfruttamento».


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