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Dal Sinodo un appello di pace per i Grandi Laghi

Va verso la conclusione il Sinodo per l'Africa: pronta la bozza del documento che unifica le proposizioni dei vescovi

di Redazione

Un forte appello si è levato dal Sinodo per l’Africa per la fine delle violenze nella Regione dei Grandi Laghi. L’area, che comprende Rwanda, Burundi Uganda e parte della Repubblica Democratica del Congo, della Tanzania e del Kenya, negli ultimi è diventata scenario di guerre civili che hanno causato situazioni di estrema povertà.

In particolare, ha ottenuto consensi fra i vescovi africani la proposta di monsignor Joachim Ntahondereye, vescovo di Muynga in Burundi di convocare una Conferenza Internazionale sulla pace e la riconciliazione nella regione.

«E’ un evento che dovrebbe coinvolgere tutte le Conferenze episcopali della regione» ha spiegato il vescovo burundese. «E’ vero che ci sono differenze fra i nostri Paesi e che molto è già stato tentato a livello di ciascuna nazione, ma ci sono anche fattori comuni a tutte le nazioni della zona e che quindi dobbiamo tenere in conto quando cerchiamo di costruire la pace».

«E’ importante mettersi insieme per scambiarsi le informazioni, anche per mettere in piedi una struttura che ci aiuti a coordinare tutto ciò che tentiamo di fare».

Il tema della pace e della riconciliazione è prevalente nella bozza provvisoria che riunisce le proposizioni dei vescovi africani dopo quasi un mese di lavori, e che verrà presentato nella sua versione definitiva a Benedetto XVI a conclusione del Sinodo, il 25 ottobre a Roma.

Ecco gli altri punti centrali del documento.

dialogo interreligioso: i vescovi africani si soffermano in particolare sul dialogo con l’Islam. Chiedono il rispetto della libertà di culto e invitano a non etnicizzare o politicizzare la religione. La libertà religiosa è un diritto fondamentale che va protetto e riconosciuto: si restituiscano le chiese e le proprietà confiscate si dica no al fondamentalismo. Il Sinodo dimostra apprezzamento per le religioni tradizionali africane ma raccomanda che la Chiesa sia capace di affrontare l’esoterismo e le pratiche occulte.

progresso dell’Africa: si chiede di fermare la “fuga dei cervelli” istituendo centri di eccellenza accademica, si auspica lo sviluppo di un programma di soppressione del debito estero, si sostiene il microcredito.

giustizia: si chiede che la Dottrina Sociale della Chiesa sia studiata e diffusa a tutti i livelli. I vescovi insistono sulla tutela dell’ambiente, nel momento in cui l’Africa vede una desertificazione senza precedenti, sull’auspicio di un trattato internazionale sul traffico di armi e sulla difesa dei diritti dei migranti, che non vanno criminalizzati. ?? 

globalizzazione: deve essere etica e solidale e le risorse naturali dell’Africa devono essere gestite a livello locale, senza lo sfruttamento delle multinazionali.

democrazia: forte l’auspicio che si diffonda in tutta l’Africa, che siano garantite elezioni libere, imparziali e trasparenti, che i fedeli laici vivano la loro vocazione anche in politica, mentre ai leader religiosi si chiede di restare “super partes”. ?? 

famiglia: va tutelata e protetta da una mentalità distruttiva che promuove l’aborto e disprezza la maternità. Il sinodo lancia la proposta di una Federazione panafricana delle famiglie cattoliche. Di tutela parla anche per le donne, i bambini, i giovani, i disabili, perché la loro integrazione nella Chiesa e nella società sia sempre più favorita.

aids: non è solo una questione farmaceutica, ma è un’istanza di sviluppo integrale e di giustizia. Il sinodo chiede per gli ammalati africani gli stessi trattamenti medici forniti al resto del mondo.

pena di morte: si auspica l’abolizione totale

comunicazione: si chiede che la Chiesa sia più presente nei mass media e che i giornalisti siano formati nell’etica.

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