Welfare

Minori, in Italia fino al diploma

La sentenza del Tribunale di Napoli, che farà scuola

di Sara De Carli

Malomo Emmanuel fa la terza elementare. Il pomeriggio segue il doposcuola presso la «Casa del bambino» dei padri comboniani, a Castelvolturno. Emmanuel è nato nato in Italia da genitori nigeriani, irregolari.

Emmanuel è un clandestino e da agosto, con l’entrata in vigore delle nuove norme sull’immigrazione, rischia l’espulsione. A prendersi cura del caso, arrivato sulle pagine del quotidiano napoletan Il Mattino, è lo studio legale Iannazzo-Aspromonte, che ricorrendo al Tribunale per i Minori di Napoli riesce ad ottenere che il bambino possa restare in Italia. Il Tribunale ha stabilito che il piccolo può rimanere in Italia per altri otto anni, ovvero per un tempo giudicato idoneo al completamento degli studi obbligatori. Così recita la sentenza del Tribunale, riportata ieri sul sito dell’associazione Avvocato di strada: «L’allontanamento del minore dal contesto sociale e scolastico (con in aggiunta, il trasferimento in un paese a lui del tutto sconosciuto), costituirebbe – con elementare evidenza – una grave compromissione del suo sviluppo psico-fisico» scrivono i giudici di Napoli. Il bambino infatti non parla neppure la lingua del paese di origine dei genitori, dove peraltro vi sono ancora guerre intestine».

Secondo l’avvocato Mario Aspromonte, rappresentante provinciale dell’associazione Avvocato di strada, quello di Emmanuel è il primo caso in Italia che aprirebbe una contraddizione nella legge Maroni sull’immigrazione. Gli avvocati però ora si chiedono che ne sarà della madre del bambino, che non avendo ancora il permesso di soggiorno rischia l’espulsione. È possibile che le pratiche per i permessi di soggiorno per madre e figlio seguano percorsi differenti che potrebbero portare all’espulsione della madre nonostante il riconoscimento del diritto di studio per il bambino?


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