Formazione

Servizio civile, adesso litigano i volontari

La bozza Giovanardi divide i delegati lombardi da quelli nazionali

di Redazione

Che la riforma della legge sul servizio civile stia creando qualche imbarazzo di troppo ai piani alti della politica (Pdl contro Lega, Pd “alleato” al Carroccio e Regioni – Veneto del pidiellino Galan in testa – contro il compagno di partito Carlo Giovanardi) è ormai cosa nota. Che però i veleni finissero per inquinare i rapporti fra i volontari era difficile immaginarlo. E invece è successo.

Ad accendere la miccia è stata una lettera aperta dei delegati dei volontari della Lombardia siglata da Rosanna Accordo, Paolo Bazzigaluppi, Roberta Locatelli, Sebastiano Megale e Andrea Truglio. In particolare un passaggio: «Il servizio civile ha carattere nazionale, ma ha anche un compito straordinario, non sempre rintracciabile in molti altri ambiti, ossia la riscoperta, o addirittura la scoperta, della propria realtà locale in quanto vivere un anno da volontari in servizio civile, a prescindere che si svolga in un ente pubblico o del privato sociale, significa vivere un anno all’interno della propria “comunità” da cittadini attivi e responsabili. La mobilità dei volontari del Sud al Nord pregiudica questo valore!». I delegati lombardi rappresentano oltre 2mila volontari (su 23.500 attivi in questo momento). Il messaggio è chiaro: la riforma Giovanardi non ci piace. Almeno su quel punto. «Il Nord deve poter contare su risorse sufficienti per soddisfare la domande del Nord, anche perché non è vero che da noi non ci siano poche richieste. I dati degli ultimi due anni sono lì a dimostrarlo», spiega Sebastiano Megale. Bocciato Giovanardi, meglio la proposta della Lega, allora? «In alcuni passaggi è condivisibile», annuisce Megale. Che oggi collabora con Ancitel Lombardia, la società di servizi, formazione e consulenza di Anci Lombardia, proprio l’ente per il quale Megale, fino allo scorso novembre, ha svolto il suo servizio civile. Anci stessa, occorre ricordarlo, non ha mai nascosto le sue critiche alla bozza del sottosegretario.


La replica ai “lombardi” non si è fatta attendere. Durissimo il rappresentante nazionale per il Settentrione, Carmelo Interisano, che sul forum dei giovani del servizio civile ha tuonato: «Il comunicato non solo spacca l’unitarietà della rappresentanza, ma ridicolizza tutta la rappresentanza? Complimenti!». E ancora: quel documento «è stato elaborato in modo scorretto e superficiale, addirittura in assenza di conoscenza diretta della materia trattata». Toni che lo stesso Interisano, interpellato da Vita, ha poi provato a smorzare («sulla mobilità la nostra assemblea aveva già dato parere positivo. Ma non parliamo di spaccatura, c’è stato solo un difetto di comunicazione, »). Meno conciliante Megale: «Nulla da aggiungere: a certi livelli non mi abbasso».


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