Non profit

Modena, badanti a piede libero

di Redazione

CELESTINA. Adesso anche la politica ha la sua sentenza Bosman: la sentenza Celestina. Dal nome di battesimo della collaboratrice (portaborse, in gergo) della deputata (già valletta) del Popolo delle Libertà, Gabriella Carlucci. Celestina si è vista riconoscere dal giudice 10.170 euro e 39 centesimi a mo’ di risarcimento per aver lavorato in nero per due anni alle dipendenze della bionda onorevole. Nel 2007 un servizio delle Iene rivelò lo scandalo degli assistenti parlamentari pagati in nero: soltanto 54, fra i 683 collaboratori dei 630 deputati con in tasca il tesserino per accedere alla Camera, erano in regola. L’8%. Mentre ogni deputato, oltre alla propria indennità con annessi e connessi incassa 4.190 euro al mese per i collaboratori: indipendentemente dalla paga che gli dà. A Celestina la Carlucci dava, all’inizio 500 euro al mese, poi, dal settembre del 2004 al giugno 2006, mille. «Retribuzione», specifica il ricorso, «che le veniva erogata direttamente» dalla parlamentare. Senza che fosse stato mai «sottoscritto né visionato alcun contratto» né fosse stato stipulato «alcun accordo formale».
PIEVEPELAGO. In questo paese di 1.500 abitanti sulle colline modenesi vivono ben 300 badanti fra moldave e romene. Da quando ci sono loro, gli anziani, invece di scendere in città (Modena è a circa un’ora di auto) o essere ricoverati nella casa di riposo di Pievepelago che pure c’è, hanno incominciato a rimanere a casa. Di fatto, gli anziani quassù vivono quasi sempre soli: i figli si sono sposati a Pavullo, Modena, Bologna. La maggior parte delle badanti sono irregolari. Eppure – dicono in giro – questo è un posto in cui il problema della clandestinità praticamente non esiste. Nessun controllo: la polizia chiude un occhio e pure l’altro quando incontra queste ragazze senza documenti. Tutti si guardano bene dal creare problemi a chi svolge un lavoro difficilmente sostituibile.
SENZA FRENI. «Vado a 140 all’ora, i vigili se mi fermano mi chiedono l’autografo». Firmato Marek Hamsik, 22enne, stella slovacca del Napoli. Hamsik sotto il Vesuvio è un re. Una volta gli rubarono l’orologio. Ma poi, addirittura, glielo riportarono «perché sapevano che apparteneva a me», spiegò candidamente alla stampa il giovane centrocampista. Insomma, lui è un tipo così, senza freni né sulla lingua, néin macchina. Solo che questa volta i vigili urbani si sono arrabbiati, e attraverso il loro comando hanno fatto sapere che «noi non facciamo sconti a nessuno». E ci mancherebbe. Quando c’era Maradona a Napoli, erano gli scugnizzi stessi a spostare le auto regolarmente parcheggiate per trovare il posto al mezzo del Pibe. Senza disturbare i vigili.

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