Salute

L’Influenza A? Uccide di più la puntura di un’ape

Così il Brasile ha superato la fase acuta

di Benedetta Verrini

Lo dice Alessandro Cacciatore, medico di base italiano espatriato. Che spiega: «È un’influenza normale, solo più aggressiva nei contronti delle donne incinte» Dopo le lotte con il virus H1N1 si prepara per la prossima guerra stagionale contro il virus della Dengue, Alessandro Cacciatore. Nazionalità italiana, espatriato in Brasile, medico di base a Ubatuba, un comune costiero di 75mila abitanti dello Stato di San Paolo, Cacciatore ha appena chiuso la difficile stagione invernale alle prese con la “famigerata” influenza A. In veste di medico di famiglia e di coordinatore, per il suo comune, degli ambulatori di medicina di base del territorio, è un testimone di come è stato vissuto – e gestito – il contagio, che presto vivrà in Italia il suo picco.
Vita: Come è andata?
Alessandro Cacciatore: Il tasso di mortalità nella popolazione è stato uguale all’influenza comune, fino ad ora abbiamo avuto 350 morti su 180 milioni di abitanti (uccidono molto di più la reazione allergica alla puntura di ape e gli incidenti automobilistici). L’unico andamento atipico di questa influenza è che, nel 21% dei casi di morte, le vittime erano giovani adulti senza altri problemi di salute. Soprattutto le donne gravide sono molto suscettibili a complicazioni, probabilmente perché il sistema immunitario durante la gravidanza è piú fragile. Come misura di precauzione, nella mia città il sindaco ha dato una licenza di 20 giorni a tutte le funzionarie incinte. Altra misura presa nel paese è stato un allungamento delle ferie scolastiche, per circa 15-20 giorni.
Vita: Ha assistito a decessi?
Cacciatore: Qui noi medici di famiglia facciamo anche i ginecologi e purtroppo una gestante che accompagnavo è morta a causa della H1N1. È stato l’unico caso di decesso, un caso “fulminante” che ha avuto un’evoluzione rapida e imprevedibile in 48 ore.
Vita: Qual è il decorso standard dell’influenza A?
Cacciatore: In genere dura da 5 a 7 giorni, con la sintomatologia classica di tutte le influenze, ossia febbre alta (38.5-39 gradi), tosse, mal di gola, intenso dolore muscolare e malessere. Ma il decorso dipende molto da paziente a paziente. Esistono molti casi con una sintomatologia molto lieve che non compromette le attività quotidiane. Complicazioni in genere non ci sono, a meno che la persona non abbia altre malattie concomitanti come asma o altre malattie polmonari, diabete o pressione alta grave, problemi gravi di cuore o altre malattie croniche debilitanti.
Vita: Quanto è contagiosa?
Cacciatore: I soggetti malati adulti sono contagiosi almeno fino al settimo giorno dopo l’inizio dei sintomi, invece nel caso dei bimbi la contagiosità si protrae fino a 14 giorni dopo l’inizio dell’influenza.
Vita: La popolazione è stata vaccinata?
Cacciatore: Qui in Brasile ancora non si parla di vaccinazione.
Vita: I pazienti, in particolare le fasce più povere della popolazione, hanno avuto accesso ai farmaci antivirali diffusi per curare l’influenza?
Cacciatore: Il governo brasiliano si è impegnato ad assicurare a tutti i cittadini il diritto alla cura. Per esempio ha ritirato totalmente dal libero commercio il famoso Tamiflu, lo ha comprato tutto e stoccato, per distribuirlo gratuitamente con criteri clinici, evitando speculazioni e un uso abusivo e irrazionale. Il Tamiflu è comunque efficace solo nel 40% dei casi e solo se si comincia a prendere nelle prime 48 ore.


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