Non profit

Lo psicologo di quartiere riceve in farmacia

Al via una ricerca-intervento per intercettare i bisogni sommersi

di Redazione

Previste cinquecento consulenze al mese, pagate dai singoli farmacisti, con un triplice obiettivo: presidiare il territorio, prevenire il disagio e contenere la spesa sanitariaIl nome è un mix tra due realtà apparentemente distanti: il poliziotto di quartiere da un lato e i farmaci da banco dall’altro. Presidio del territorio e prevenzione da un lato e risposta immediata ai problemi più semplici dall’altro. Sullo sfondo un concetto di salute che va sempre più legandosi al territorio e alla comunità. Nasce così a Milano una figura assolutamente inedita: lo psicologo di quartiere. In 22 farmacie milanesi, un giorno a settimana, sabato incluso, lo psicologo offrirà consulenze gratuite, pagate dal farmacista (spesa prevista, 3mila euro al mese). Obiettivo: cinquecento consulenze al mese, anche in inglese, francese e spagnolo.
«L’idea è quella di costruire una maggiore vicinanza ai cittadini, intercettando bisogni sommersi, che per vergogna o per paura difficilmente arrivano ai servizi pubblici o ai professionisti e dando delle risposte senza troppe intermediazioni sui problemi più leggeri», spiega Enrico Molinari, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia e responsabile del Laboratorio di Psicologia clinica dell’università Cattolica, che sta supervisionando la sperimentazione. «Nell’ottica della prevenzione lo psicologo è una sentinella messa in un avamposto, un po’ come avviene con il poliziotto di quartiere. D’altro canto la farmacia è il primo interfaccia a cui i cittadini si rivolgono quando c’è un problema di salute, quindi è un luogo strategico per garantire un primo intervento, una sorta di psicologia da banco per risolvere i problemi più leggeri o per indirizzare quelli più gravi all’interlocutore corretto, con notevole risparmio di risorse. Un altro avamposto, domani, potrebbero essere gli studi associati dei medici di base».
A Milano, nel 2008, 45mila persone hanno chiesto un intervento piscologico e la spesa per psicofarmaci, ansiolitici e antidepressivi è aumentata del 3,6% rispetto all’anno precedente. Per questo Comune di Milano, Azienda Farmacie Milanesi, Federfarma e Ordine degli psicologi hanno messo in campo questa ricerca-intervento. Il test è stato fatto per cinque mesi in due farmacie periferiche: gli utenti sono stati per la maggior parte donne, con un’età media di 51 anni. Il 10% delle richieste è arrivato da stranieri. Disturbi d’umore, ansia, fobie, attacchi di panico, problemi familiari e di coppia sono stati i bisogni più segnalati. «La sperimentazione durerà sei mesi», spiega Molinari. «Ma su un servizio così, una volta proposto, è difficile fare retromarcia».

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