Sostenibilità

«Per favore ascoltateci, o qua franerà tutto»

Una "cassandra" ambientalista racconta...

di Redazione

Le denunce di Anna Giordano, storica voce WWF in Sicilia, pubblicate
sul settimanale regionale «109» tra il 2008 e il 2009L’arte del dire «No»
Siccome non esistono ombrelli che possano coprire tutti i centri abitati e le relative strade, siccome pioverà se non domani magari un altro giorno, siccome le piogge anche normali sono diventate da noi catastrofiche, sarebbe bene (e sarebbe bello) che chi amministra il territorio si metta una volta per tutte in testa che la deve finire di dire sempre sì a tutto. Non c’è un ente pubblico delle nostre città che dia un parere negativo alle nuove opere edilizie. Eppure in psicologia ci sono pure i corsi che insegnano a dire di no, da quelli per i genitori (i no che educano) ai no al resto del mondo, ma nessuno che spieghi ai nostri enti locali che si può e si deve dire di no. Vuoi fare una lottizzazione? Certo che sì! Case vacanze? E vai, che problema c’è? Porticcioli turistici? E qualcuno sbraita che non si sa più nulla di questa presunta panacea di tutti i mali occupazionali ed economici, ed ecco che tornano alla ribalta, che poi le mareggiate si mangino il resto delle coste, poco importa, l’economia innanzitutto! Centro commerciale? Sissignore. Villette e villini e villoni? Non sia mai che si impedisca questa sana economia, tanto, la ruspa sbanca, poi ci metti l’asfalto, ci fai i muraglioni, e vai, appena però la pioggia si porterà via la strada e anche una casa o due, tutti a chiedere di ripristinare il danno (a spese dei contribuenti, sempre). Poi ci sono le strade, quelle che se qualcuno le notasse quando non piove e ci fosse serietà professionale, si sarebbero riparate in tempi normali, magari mettendo il semaforo per far passare a sensi alternati. Invece no. (?)
È un disagio collettivo quando piove, ma tutti continuano a dire di sì a tutto. Ci crollerà la città sopra la testa e continueranno a parlare di calamità naturale. Fossi in voi presunti “responsabili”, non ci dormirei la notte. Fiumare coperte, colline sventrate, frantumate, destabilizzate, pronte a crollare non per calamità naturale, ma per il pericoloso difetto di chi ci amministra, di dire sempre sì. Irresponsabili.

La variante al Prg
Cari consiglieri comunali di Messina, caro sindaco, cari assessori (?) vi chiedo cortesemente di andare a cercare al protocollo del Comune le infinite lettere che come WWF abbiamo mandato per anni (la prima, 6 marzo 2006) chiedendo la sospensione della variante al Prg. Per quanto possiate essere infastiditi da nuove norme (che pochi conoscono veramente bene), voi e chi vi ha preceduto, avreste potuto cogliere, così come è stato da noi detto e scritto, l’occasione unica e irripetibile per fermare lo scempio edilizio, rimettere mano alla infernale macchina del cemento che – grazie anche a controlli assai sporadici – vive di vita propria, rovinando però quella di tutti gli altri e mettendo in serio pericolo la sicurezza collettiva. Bastava leggere bene, ascoltare bene, guardarsi intorno bene e pensare che lo Zps (Zona a protezione speciale dell’UE) salvava tutti. Si fermava la variante, si faceva una seria, ma veramente seria valutazione di incidenza sul piano, si rivalutava il volume edilizio, le esigenze ambientali, quelle della città, si ripianificava il tutto con attenzione e intelligenza e non saremmo oggi a vedere massacrato il territorio come se fosse ripristinabile domattina. Siete magari convinti che i muri in cemento siano più forti di un alluvione e di un pendìo destabilizzato, dimentichi dei morti di Messina, delle tragedie sfiorate, dei danni incalcolabili che ancora oggi paghiamo tutti.
Tre anni e tre mesi di lettere, denunce, segnalazioni, diffide, richieste di revoca in autotutela non hanno sortito nulla, tre anni di attacchi allo Zps senza un briciolo di sostanza contro quella che era (sarebbe, è) l’unica salvezza per una città che rischia di trasformarsi in un disastro annunciato in caso di alluvione o terremoto. Volete bene ai cittadini? Non solo a quelli che costruiscono palazzi, ma quelli che subiscono le scelte sbagliate di una pianificazione scellerata? Allora fermate tutto, subito, o sarà troppo tardi.

Rischio sismico
L’ingegnere Sciacca, capo del Genio civile, ha lanciato un autorevolissimo richiamo sulla situazione urbanistica di Messina, invitando (con parole diverse) a fermare la variante al Prg, visto che dal punto di vista sismico e idrogeologico (leggasi dissesto) siamo nel più alto dei mari (e sopra uno dei più profondi, misteriosi e magici mari del mondo).
Tra le macerie di un terremoto in Campania trovarono la targa che i cittadini eressero al sindaco di un certo tempo, per aver permesso loro di costruire, declassando il territorio da alto rischio sismico a basso o zero, adesso non ricordo i dettagli. Cari amministratori, come ha giustamente detto il presidente provinciale degli industriali, è impensabile che l’economia di questa città sia solo nel cemento (parole diverse), perché se da un lato la gente ci campa oggi, dall’altro ci morirà domani e non dite che nessuno ve lo aveva detto. Lo dice il WWF da tre anni e adesso il capo del Genio civile. Due voci diametralmente distanti che dicono la stessa cosa. Ascoltateci.


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