Welfare

America: carceri come gulag

Human Rights Watch denuncia le terrivili sofferenze e umiliazioni inflitte nei penitenziari di massima sicurezza americani

di Carlotta Jesi

Le prigioni di massima sicurezza degli Stati Uniti sono un inferno di sofferenze e umiliazioni gratuite per gli oltre 20 mila detenuti che ospitano. A denunciarlo è l’ultimo rapporto sulle violazioni dei diritti nelle carceri di Human Rights Watch, secondo cui l’unico scopo di questi istituti di pena è la distruzione fisica, mentale ed emozionale dei detenuti. Per la maggior parte disabili mentali finiti in prigione senza un giusto processo, denuncia l’organizzazione non profit che nel suo rapporto descrive così le terribili giornate dei detenuti: 23 ore chiusi in celle senza finestre con un piccolo foro per introdurre il cibo, nessun diritto a visite o chiamate telefoniche, un’ora al giorno per respirare un po’ d’aria e lavarsi ma sotto la sorveglianza di secondini con armi eletrettiche che spogliano i detenuti appena escono dalle celle. Veri e propri gulag statunitensi, denuncia Human Rights Watch. Invitando la giustizia americana ad indigare sulle “strane circostanze” che negli ultimi mesi hanno portato alla morte di numerosi detenuti. Nel penitenziario di massima sicurezza della Virgina un detenuto si sarebbe suicidato sei mesi prima di tornare in libertà e un altro, diabetico, è morto perché i secondini gli hanno negato le medicine. In quello di Tamms, invece, stato dell’Illinois, quattro detenuti hanno citato in giudizio la prigione per i trattamenti disumani subiti in prima persone e da altri detenuti ormai deceduti.


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