Economia

Piccoli e territoriali Così battiamo la crisi

Il direttore generale Paul Gasser parla del ruolo del credito cooperativo

di Redazione

«La stretta creditizia non
è affar nostro. Abbiamo sempre finanziato le nostre famiglie, le nostre aziende e lo facciamo anche ora. Abbiamo banche radicate, con una penetrazione territoriale molto forte. Abbiamo una vicinanza stretta con i nostri clienti.
E nel futuro dobbiamo continuare a mantenerla»«Di fronte alla crisi, abbiamo continuato a svolgere il nostro ruolo senza interruzione, garantendo la nostra presenza. Abbiamo avuto sempre liquidità. Sono stati altri ad averne bisogno. Addirittura la nostra Cassa centrale, nel momento culminante, è stata contattata da grosse banche nazionali». Parla con pacatezza, Paul Gasser, direttore generale della Federazione Raiffeisen, ma un po’ di orgoglio trapela. E si capisce perché. In fondo è la rivincita dei “piccoli istituti”, che hanno saputo reggere gli scossoni economico-finanziari meglio dei grandi.
Vita: Dunque quali iniziative avete messo in campo?
Paul Gasser: Proprio perché eravamo presenti, non abbiamo avuto la sensazione che il territorio si aspettasse iniziative speciali. Già sapeva che poteva contare su di noi. Certamente abbiamo aderito alla proposta della moratoria. Ma nei fatti la applicavamo già: se un cliente è sano e si trova in un passaggio difficile, siamo da sempre disponibili a trovare formule alternative per andargli meglio incontro.
Vita: Le grandi hanno chiesto aiuto alle piccole.
Gasser: Sotto questo punto di vista la crisi per noi è stata una rinvincita, sempre se si può usare questo termine. Tempi addietro ci chiedevano: «Ma avete futuro? Quando farete la prossima fusione»? Nella crisi, è venuto fuori che chi sta servendo le famiglie, le aziende, il territorio siamo noi. Senza difficoltà. Senza dover chiedere aiuto a nessuno.
Vita: Vi è stato possibile anche grazie al rapporto con le comunità.
Gasser: Noi siamo banche radicate, con una penetrazione territoriale molto forte. Abbiamo una vicinanza stretta con i nostri clienti. E credo che si riesca a dare un servizio efficace. Tant’è che da noi non si può parlare, secondo me, di stretta creditizia. Abbiamo sempre finanziato le nostre famiglie, le nostre aziende e lo facciamo anche ora. Certamente, vista la situazione generale, c’è più attenzione anche alla rimborsabilità. Ma stando ai dati giugno 2008-giugno 2009, abbiamo una crescita attorno al 3% per quanto riguarda i fidi. Mentre a fine anno, credo, registreremo un più 2%.
Vita: Un ottimo risultato.
Gasser: Sì, tenendo conto che l’economia cresce pochissimo. Noi risentiamo meno di altrove della crisi: secondo i dati della Camera di Commercio la provincia cresce attorno allo 0,5. Il turismo, uno dei settori importanti, è andato bene anche quest’anno, in particolare la stagione invernale. Addirittura si sta parlando di un lieve incremento.
Vita: Avete comunque lanciato iniziative specifiche anti crisi?
Gasser: Sì, per le famiglie e per le imprese. Quando è scoppiata, nel settembre dello scorso anno, i nostri clienti arrivavano da noi chiedendoci se i loro soldi erano al sicuro. Per fortuna abbiamo una capitalizzazione che è decisamente eccezionale, attorno al 15% del totale del bilancio. Così abbiamo potuto tranquillizzare i nostri clienti. In seguito abbiamo comunque scelto di fare una informazione massiccia. Ma anche nei momenti peggiori abbiamo applicato, rispetto al livello nazionale, tassi migliori sia per i fidi che per i depositi. Un valore aggiunto che stavamo dando al territorio quantificabile in circa 200 milioni di euro.
Vita: Adesso si tratta di capitalizzare la vostra “rivincita”.
Gasser: Questa rivincita, secondo me, ormai è storia. Guardando avanti vedo piuttosto un’altra sfida per noi “piccoli”. Abbiamo una grande responsabilità nei confronti del territorio. La nostra ragione di esistere è nel riuscire a far bene questo lavoro. Non è che noi prendiamo la liquidità dalla Banca centrale europea o dal mondo interbancario. La prendiamo dai nostri clienti. E dunque abbiamo una responsabilità maggiore nei confronti dei clienti che ci affidano i loro soldi. Dobbiamo garantire la loro tranquillità e la loro sicurezza. Dobbiamo seguire con molta attenzione il territorio, stando attenti a continuare a fare un lavoro molto ponderato e prudente. Essendo banche locali non abbiamo la possibilità di chiudere uno sportello a Brunico e aprirlo a Milano. Abbiamo solo questo territorio. Se riusciamo a servirlo bene, abbiamo futuro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA