Non profit
L’oro nero che non serve alla Basilicata
Così si disperdono i proventi delle licenze di estrazione
Solo un quinto delle royalties risulta spesa:
67 milioni su 350. Risultato? Scuole, asili, centri
socio-assistenziali e
case di riposo non vengono costruiti, malgrado
la disponibilità di fondi
A San Chirico Raparo, paesino di poco più di mille anime della Val d’Agri, è prevista la realizzazione di un centro socio assistenziale e di una casa riposo per anziani. Il primo intervento può contare su un finanziamento di quasi 362mila euro, il secondo di 220mila. Soldi messi a disposizione dal Programma operativo 2003-2008 Val d’Agri, Melandro, Sauro e Camastra con il quale la Regione Basilicata reinveste sul territorio le royalties, i proventi cioè dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Delle due opere, però, non si ha ancora notizia.
A fine 2008, infatti, sono stati spesi soltanto 84mila euro per il centro assistenziale; zero, invece, per la casa di riposo. Solo due esempi del ritardo, in alcuni casi cronico, accumulato nell’utilizzo delle entrate delle licenze di estrazione. San Chirico, pecora nera, ha speso l’8,1% delle risorse. Sant’Arcangelo con il 74,5% è, invece, il più solerte dei 30 Comuni del comprensorio interessati al piano regionale. Il ritardo preoccupa Bankitalia che, nel suo recente rapporto sull’economia lucana, ha tirato le orecchie agli enti locali. In complesso, infatti, solo un quinto dei fondi risulta speso. Per l’esattezza, 67 milioni su 350 milioni a disposizione. Migliorano, tuttavia, la programmazione ormai al 75% (265 milioni) e l’impegno di spesa (225 milioni). Somme che, sulla carta, dovrebbero servire per finanziare interventi lungo quattro assi di sviluppo: salvaguardia e miglioramento del contesto di vivibilità ambientale; infrastrutture essenziali; elevazione della qualità della vita; sostegno alle attività produttive.
«In generale», scrive Bankitalia, «si rileva una correlazione negativa tra la dimensione del progetto – misurata in termini di dotazione finanziaria della singola linea di intervento – e la capacità di realizzazione del progetto medesimo». Magri risultati, in particolare, per i servizi socio assistenziali. Su 20 milioni di euro in ballo sono stati effettivamente spesi solo 4,13 milioni e impegnati 12,41. Nello specifico, dall’esame dei lavori dell’area socio-assistenziale emerge che 42 dei 71 interventi programmati sono stati avviati ma solo 8 collaudati. Scuole, asili, centri per ragazzi e anziani che, se realizzati, potrebbero contribuire a migliorare la coesione sociale e arginare lo spopolamento di un territorio disseminato di piccoli comuni. Il fiume di petrolio che è venuto a galla, insomma, non riesce ancora a fertilizzare il territorio. Le amministrazioni, questo il punto, fanno fatica a sfruttare le somme versate dalle compagnie petrolifere. La Regione, dal canto suo, spiega la crescita lenta degli indicatori di avanzamento finanziario con il carattere innovativo di un Programma che ha coinvolto numerosi attori sociali. Gli anziani di San Chirico, intanto, attendono.
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