Non profit

Bergonzoni: «Siamo tutti comabili»

Oggi si celebra la XI Giornata dei Risvegli. Sono 1200 in Italia le persone stato vegetativo

di Sara De Carli

«Siamo tutti comabili». È quasi un grido, quello di Alessandro Bergonzoni, attore e storico testimonial dell’associazione Gli amici di Luca e della Giornata dei risvegli, oggi giunta alla sua XI edizione.

Perché siamo tutti comabili?
Sono stanco di avere famiglie che raccontano i fatti quando sono avvenuti, che fondano associazioni quando hanno una familiare in coma. Io sogno delle famiglie sane, se così si può dire, normali, che mettano su un’associazione sul coma piuttosto che sulle malattie rare nel momento in cui potrebbero potenzialmente dire “non mi riguarda”.

Perché dovrebbero farlo?
È questa la sfida, mettere mente e attenzione a quel che all’apparenza “non mi riguarda” e che in realtà riguarda tutti. Mi piacerebbe una società in preda all’inventore dell’immedesimazione, che è un dono enorme: non è la solidarietà o l’altruismo, quelli possono muovere un po’ di pietas o un po’ di soldi, cose che vanno benissimo, ma l’energia spirituale dell’immedesimazione dovrebbe portare all’approfondimento e allo studio.

Invece?
Invece su questi temi ci dividiamo come su un partito o una squadra. Ripenso anche al caso Englaro, io non do colpe a nessuno, segnalo solo il mio sconcerto di fronte a una magistratura che, scrivendo nella sentenza che la salute è il benessere psichico e fisico, è entrata di peso nella dimensione del trascendente e dello spirito.

Lei ha appena incontrato 1.500 ragazzi del liceo che Luca frequentava: che ne pensano i giovani di questo tema?
Se gli parli in modo diverso, i giovani ascoltano in modo diverso. Sono studenti con le orecchie. Nel Grande fratello non ci sono i giovani, c’è la nostra presunzione di poterli lessare a nostro piacimento.

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