Non profit

E Frattini si vestì da paladino della cooperazione

di Paolo Manzo

Per difendere la cooperazione allo sviluppo?
?italiana martoriata dai tagli in bilancio che l’hanno dimezzata negli ultimi 12 mesi è sceso in campo, con una strategia di comunicazione finalmente “tambureggiante”, il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Lunedì 28 settembre, intervistato dal Tg1 delle 13.30, ha dedicato quasi tutto il tempo a sua disposizione per ricordare che in Congo, Sudan e Somalia c’è un olocausto dimenticato che ha causato «sei milioni di morti e cinque milioni di rifugiati». Poi ha ribadito l’impegno della Farnesina a sostegno delle ong raggruppate nella campagna Agire, acronimo che sta per Agenzia italiana per la risposta alle emergenze. «Mobilitiamo una rete internazionale per aiutarle», ha detto Frattini. «Bisogna che il mondo non dimentichi che in quell’Africa c’è anche il futuro delle nostre generazioni, dei nostri figli». Il giorno dopo è tornato alla carica, in un’audizione davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato. «Non ha nessun senso tagliare le risorse per la cooperazione in Afghanistan, strumento prezioso per conquistare il cuore e la fiducia della popolazione. L’impegno per la formazione e i fondi per la ricostruzione civile sono la chiave della nostra presenza». Bene, bravo, bis!

Secondo l’ultimo rapporto della Fao?
?entro il 2050 il mondo dovrebbe produrre il 70% in più di beni alimentari se vuole sfamare tutta la popolazione del pianeta Terra che, agli attuali tassi di crescita, tra quarant’anni sarà di 8,3 miliardi. Cominciare a porsi il problema?
Vi ricordate di Alain Juppé…
?l’ex primo ministro francese braccio destro di Chirac? Bene, oggi fa il sindaco di Bordeaux ed è diventato una sorta di “mago” della cooperazione decentrata. In un suo recente tour africano, il sindaco Juppé ha infatti stipulato un accordo per un nuovo piano di cooperazione con il sindaco di Bamako, la capitale del Mali. L’accordo copre il periodo 2009-2012 e riguarda diversi settori fra cui l’ambiente, la salute, il decentramento e il buon governo. A me la vicenda ricorda molto l’accordo di qualche anno fa tra Walter Veltroni e il sindaco di Kigali. Naturalmente la speranza di Scooperation e degli abitanti di Bordeaux è che Juppé a fine mandato non lasci gli stessi buchi in bilancio di Walter.
Wishful Thinking.


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