Mondo

Porte aperte in Guatemala

Il via libera dopo anni di blocco

di Benedetta Verrini

Centroamerica, Africa, ma anche novità come
Nepal e Thailandia. Ecco i Paesi che hanno recentemente ottenuto l’autorizzazione della CaiÈ il Guatemala il Paese più ambito dagli enti italiani nel 2009. Le prime anticipazioni relative alle autorizzazioni verso nuovi paesi stranieri che la Cai sta accordando agli enti autorizzati mostrano infatti che diversi enti hanno ottenuto il via libera per il Paese centroamericano: si tratta di Anpas (che ha chiesto e ottenuto anche l’autorizzazione per il Mali), Ciai (che farà adozioni anche in Costa D’Avorio), AiBi (che, come è noto, sarà il primo ente italiano a lavorare anche negli Stati Uniti), Cifa (anche in Togo e in India), Airone, Agenzia regionale del Piemonte (anche in Senegal).
L’elenco non è esaustivo, dal momento che il processo di autorizzazione presso la Commissione Adozioni è ancora in atto e alcuni enti sono stati richiamati per integrare domande incomplete. La direzione presa dal mondo dell’adozione però è interessante: sono America Latina e Africa le nuove frontiere cui si guarda con maggior attenzione. Emergono nomi come Togo, Burundi, Congo, Mali, Costa D’Avorio, Senegal, ma anche Colombia e outsider come Nepal e Thailandia.
Il “caso” Guatemala è interessante perché dopo anni di pesanti difficoltà, con denunce di irregolarità e sospetti di traffico di minori causati da un sistema legislativo farraginoso e al di fuori della Convenzione dell’Aja, ora il Paese centroamericano sta voltando drasticamente pagina. La ratifica della Convenzione dell’Aja è arrivata nel dicembre 2007. I sospetti di traffico riguardavano principalmente gli Stati Uniti: ora l’autorità centrale guatemalteca è impegnata a risolvere centinaia di pratiche sospese proprio con Washington.
Sul fronte italiano, fino ad ora le adozioni erano curate solo da due congregazioni: le Religiose francescane di S. Antonio e le Missionarie Figlie di San Girolamo Emiliani (un centinaio di adozioni dal 2000 ad oggi). Ora tutti gli enti autorizzati dalla Cai dovranno chiedere l’accreditamento alla commissione guatemalteca.
Pare che la Cai abbia invece rigettato le prime proposte di autorizzazione-Paese agli enti che si sono proposti di lavorare in partnership: l’ipotesi era – anche sulla base dei criteri recentemente approvati dalla Commissione – di lavorare in tandem o in gruppo in un Paese straniero, per snellire le procedure ed evitare la confusione di soggetti italiani presso le autorità straniere. La Cai, infine, deve ancora deliberare la distribuzione del budget annuale per i progetti di cooperazione. Si tratta di un milione e mezzo, il cui bando è stato approvato nel dicembre 2008.

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