Sostenibilità

Conveniente e trasparente, l’assicurazione che non c’è

Rc Auto

di Redazione

Le liberalizzazioni hanno portato vantaggi in termini di sveltimento delle pratiche, ma pochi per le tasche dei consumatori. Intanto
le sanzioni a carico delle compagnie per comportamenti scorretti continuano ad aumentare.
Viaggio in un settore che ha bisogno di urgenti interventi.
Ma non certo di retromarcedossier a cura di Piero Pacchioli
Molte ombre e poche luci. Tra consumatori e assicurazioni ancora oggi non corre buon sangue. Le cause? Poca concorrenza e mancato rispetto delle normative a tutela dei consumatori. Nonostante i numerosi interventi susseguitisi negli ultimi anni, tesi a riequilibrare il rapporto tra le compagnie e i cittadini, la situazione rimane, quindi, largamente squilibrata.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato già nel 2000 aveva individuato uno dei problemi: le compagnie stavano mettendo in atto da diversi anni un “cartello” per mantenere elevati i prezzi delle polizze Rc auto. L’istruttoria che ha portato alla scoperta dell’accordo fraudolento si è conclusa con una multa di 700 miliardi di vecchie lire, confermata dal Tar e dal Consiglio di Stato, alle 39 imprese assicuratrici sotto accusa.
Un intervento importate in favore dei consumatori è arrivato, poi, nel 2006 quando il legislatore ha introdotto l’indennizzo diretto. La componente fondamentale dei costi delle assicurazioni consiste nei risarcimenti. Parte di questi fondi viene impiegata per pagare le parcelle degli avvocati che assistono i danneggiati. Si è pensato, quindi, di introdurre un sistema per cui la liquidazione del risarcimento ai danneggiati, limitatamente a determinate casistiche, veniva demandata alle compagnie, eliminando i costi degli avvocati. Le assicurazioni avrebbero potuto così riversare il risparmio sugli assicurati mediante la riduzione dei premi.
Nel 2007, invece, è stata la volta delle liberalizzazioni. Con l’eliminazione della figura dell’agente monomandatario e l’abolizione della possibilità di stipulare polizze con durata superiore all’anno, si era cercato di stimolare la concorrenza. L’agente che non è legato a una sola compagnia è più libero di consigliare il prodotto migliore ai suoi clienti. Eliminare le polizze pluriennali, invece, mette al riparo i consumatori da quei contratti capestro che li legavano anche per dieci anni a polizze di cui non avevano bisogno.

Auspici e risultati
Ma che impatto hanno avuto tutti questi provvedimenti sul rapporto tra consumatore e compagnie di assicurazioni? «Sul versante dei prezzi ancora non assistiamo ai vantaggi che dovrebbero derivare dall’introduzione dell’indennizzo diretto e dalle liberalizzazioni», commenta Lorenzo Miozzi, presidente di Movimento Consumatori. È vero, infatti, come ha ricordato il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, che «il nuovo sistema di risarcimento diretto continua a produrre effetti positivi: al suo secondo anno di operatività, ha interessato i tre quarti dei sinistri e sta determinando un aumento del numero di quelli liquidati nell’anno di accadimento (saliti dal 65% del 2006 al 70% del 2008) e contemporaneamente una riduzione dei tempi di liquidazione (scesi da 65 a 52 giorni)» ma le tariffe non scendono. «È ridicolo, poi, lo spettacolo a cui dobbiamo assistere periodicamente circa le cifre», continua Miozzi. «L’Istat misura degli aumenti mentre l’Ania, utilizzando una metodologia di rilevazione diversa, sostiene che le tariffe calano. In questo clima di incertezza, i cittadini, che percepiscono sul proprio conto corrente gli aumenti, rimangono disorientati. Che non si riesca a fare chiarezza nemmeno sull’andamento dei prezzi la dice lunga sull’opacità del settore».

Fioccano le multe
Sul fronte della correttezza delle compagnie non siamo messi meglio. I dati dei reclami e delle sanzioni elaborati dall’Isvap – che, tra le altre attività, si occupa di gestire i reclami dei consumatori e di sanzionare le compagnie in caso di inottemperanza alle normative – non sono molto incoraggianti. Negli primi sette mesi del 2009 le compagnie sono infatti state multate per un totale di 28,3 milioni di euro. Di queste sanzioni, ben 26 milioni, circa l’80%, sono collegate a violazioni relative all’Rc auto. Le sanzioni sono in crescita del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, che già aveva fatto registrare il record storico e sono cresciute di circa 40 volte dal 2002 ad oggi.Ovviamente non va meglio per i reclami. Giancarlo Giannini ha sottolineato questo trend nella relazione annuale relativa ai dati 2009: «Nel 2008 il mercato ha ricevuto circa 96mila reclami con un incremento (+11%) che segue quello, già considerevole, registrato nel 2007 (+65%). Stabile è il numero di quelli pervenuti all’Isvap (circa 30mila nel 2008 mentre erano stati 22.313 nel 2005, 22.724 nel 2006 e 26.814 nel 2007 ndr). Come di consueto, la Rc auto è il settore maggiormente interessato e il 75% dei reclami presentati in questo segmento riguarda la fase della liquidazione».


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