Non profit

Servizio civile, la Cnesc: positiva la bozza Giovanardi

«Le proposte di Lega e Pd invece non ci convincono»

di Maurizio Regosa

«Non ci sono fratture all’interno della Cnesc», risponde con chiarezza Primo Di Blasio, presidente pro tempore della Conferenza nazionale enti per il servizio civile. Il riferimento è a una lettera che Anpas ha inviato qualche giorno alla Cnesc per chiedere «che  l’azione di  protesta  della  Conferenza  nei  confronti  del Governo sia più forte ed incisiva». Ma la missiva, spiega Di Blasio, si spiega con la preoccupazione di Anpas «relativamente ai finanziamenti e al discorso di come si sta costruendo il nuovo prontuario progetti».

L’occasione per il chiarimento è il convegno organizzato nell’ambito della Campagna di mobilitazione per difendere e rilanciare il servizio civile nazionale, svoltosi stamattina a Roma  e al quale hanno partecipato, fra gli altri Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo settore, Licio Palazzini, presidente Arci servizio civile, monsignor Giancarlo Perego della Caritas Italiana, il sottosegretario Carlo Giovanardi (che ha ricordato come la proposta di riforma approvata in Consiglio dei ministri sia «una bozza condivisa: ne abbiamo più volte discusso in Consulta ed è il risultato dei contributi degli enti, anche della Cnesc. Speriamo che il testo sia visto rapidamente alla conferenza Stato – Regioni»).

Vita: Di Biasio, alle richieste di Anpas la Cnesc come risponde?

Primo Di Blasio: La Cnesc sul finanziamento non può che essere d’accordo. Anche noi chiediamo che in questa finanziaria ci sia uno stanziamento che permetta di avviare al servizio civile almeno 40mila giovani. Più complesso è il discorso sul prontuario che è frutto di un confronto. È più difficile oggi andare a ridefinirlo.

Vita: E la vostra posizione sulla proposta di Giovanardi?

Di Blasio: È di grande vicinanza in alcuni passaggi. Sicuramente quelli più significativi per noi sono l’aver ridefinito il servizio civile come un’esperienza unitaria su tutto il territorio nazionale, di aver sottolineato la finalità della difesa della patria in termini non armati e non violenti, nel voler definire lo status del giovani in servizio civile, nel voler chiarire una volta per tutte qual è il rapporto fra stato e regioni per evitare la sovrapposizione. Oggi l’unico discorso che si fa è: «quanti posti mi toccano»?

Vita: E punti di disaccordo?

Di Blasio: Nel non aver messo nel testo presentato un contingente minimo annuale. Cosa che continuiamo a chiedere. Secondo noi non può essere al di sotto della 40mila unità. E poi nel non aver voluto mettere l’aperture di sperimentazione per giovani cittadini stranieri il servizio civile potrebbe essere per loro una grande occasione di cittadinanza.

Vita: E le proposte presentate dalla Lega e dal Pd?

Di Blasio: Siamo molto lontani. Sono due proposte che vedono il servizio civile in termini regionalistici, di confini, di delimitazioni territoriali, e di utilizzo del servizio civile per i problemi del propri territori. Il servizio civile è sicuramente una risposta ma il focus deve essere sui giovani. Un conto è dire i giovani vanno a fare delle esperienza che poi hanno una ricaduta significativa sui territori. Un altro è dire sui miei territori ho il problema della tossicodipendenza, di immigrazione e così via  e il servizio civile mi serve per far fronte a questi problemi. Così diventa la copertura dei servizi di welfare.

Il dibattito di stamani

Quanto al convegno (intitolato Il Futuro del Servizio Civile. Il Servizio Civile del Futuro), ha ribadito essenzialmente le posizioni della Cnesc sulle finalità e la mission del servizio civile. Che deve essere – hanno convenuto i relatori – un’esperienza formativa per i giovani (con una finalità precisa: «la difesa del paese in modo non armato e non violento», come si legge nel documento preparatorio), deve configurarsi come una opportunità per tutti coloro che vogliono vivere questo anno al servizio del bene comune, deve potersi avvalere di risorse certe e stabili nel tempo. Posizioni molto compatte anche sulla necessità di introdurre una sperimentazione che riguardi i giovani extracomunitari (sarebbe un formidabile strumento di cittadinanza, hanno convenuto i relatori). Sono state avanzate diverse ipotesi anche per reperire i fondi necessari per stabilizzare il numero dei volontari. Mentre Olivero ricorda la parte statale dell’8 per mille, Palazzini  propone di acquistare un cacciabombardiere F35 in meno (l’ultima decisione d’acquisto ne prevede 131), Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv, propone che «i fondi da destinare al servizio civile siano ricavati da un taglio alle spese militari, magari a partire dalle missioni all’estero».  

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA