Famiglia

Garante e governo, niente inciuci

La Camera ha avviato oggi l'esame del provvedimento. Ed è polemica sulla reale autonomia di questa figura

di Sara De Carli

Il Garante «non avrà vincoli di dipendenza gerarchica rispetto al Governo» e «il personale che verrà prelevato dal dipartimento per le pari opportunità e dal dipartimento per le politiche per la famiglia sarà ceduto e risponderà solo ed esclusivamente al Garante». «L’ufficio del Garante non avrà sede né presso il dipartimento per le pari opportunità, né presso il dipartimento per le politiche per la famiglia». Così il ministro Mara Carfagna, oggi, ha replicato davanti all’Assemblea di Montecitorio ai molti dubbi espressi sulla istituenda figura del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.

I punti critici evidenziati sono gli stessi già emersi in Commissione, quelli sulla reale indipendenza di un soggetto incardinato presso la Presidenza del Consiglio. Tra le formulazioni più dure, oggi, quelle di Luisa Capitanio Santolini: «Ma come è possibile che il Governo consulti una figura che è già presso il Governo? In altri termini, come si può creare questo corto circuito strano per cui una figura che è presso il Governo – perché è presso il Dipartimento delle pari opportunità – viene, però, consultato dal Governo? Evidentemente la mattina alle 8, prendendo il caffè, si consultano, perché sono nella stessa stanza». Così l’onorevole Udc, già alla guida del Forum delle Associazioni familiari, ha concluso il suo intevento: «L’istituzione del Garante è una grande occasione perduta. La maggioranza ha i numeri per approvare un provvedimento del genere. Quindi, non possiamo che prenderne atto. Non vorrei davvero che fosse una grande occasione perduta e non vorrei che fosse l’occasione per istituire una sorta di organismo di facciata che non è né una cosa, né l’altra e che magari possa indurre l’ennesima delusione in coloro che da tanti anni aspettano un provvedimento del genere».


Critiche anche da Alessandra Mussolini, Pdl, presidente della Bicamerale Infanzia: «Come presidente della Commissione per l’infanzia e l’adolescenza, che mi onoro di presiedere, non sono d’accordo e non do il mio assenso ad una figura che è di parte, che viene stipendiata 16 mila 600 euro al mese, che praticamente dovrebbe fare quanto non fanno altri organi. In Italia, ho detto tante volte, ci sono più osservatori che minori».

Sull’iter del provvedimento leggi anche Il Garante non piace, ma va in aula.


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