Non profit

Sponsor? No grazie I corsi li paghiamo noi

Il conflitto di interessi sull'aggiornamento

di Chiara Cantoni

In Italia sono nati a Modena nel 2004, da una costola dell’Associazione culturale pediatri, l’unica nella categoria a essersi imposta un codice di autoregolamentazione nel rapporto con l’industria del farmaco. Un movimento spontaneo, cresciuto col passaparola, e arrivato oggi a 270 aderenti (fra medici di base, infermieri, ricercatori, farmacisti). Nel mondo sono molti di più, sotto diverse sigle: No grazie, pago io! in Italia, No free lunch in Usa e Uk, Nogracias in Spagna, Gezonde Scepsis (salutare scetticismo) in Olanda, Mein essen Zahl Ich Selbst(il pranzo lo pago io) in Germania. Variano i nomi, ma tutti dicono “no grazie” all’abbraccio troppo stretto fra medici e aziende del farmaco.
«Non demonizziamo l’industria», avverte la coordinatrice del gruppo italiano, la pediatra Luisella Grandori, «ma riflettiamo sulle diverse mission e responsabilità di classe medica e multinazionali». E continua: «È provato che ricevere regali “brandizzati” di qualunque tipo e valore, compresi i semplici gadget, può alterare i comportamenti prescrittivi, peggiorando la qualità della cura e gravando sulle casse della sanità. Lo racconta su internet un ex rappresentante del farmaco, svelando le strategie di marketing studiate per esercitare un’influenza “invisibile” in occasione dei convegni».
Un tema dibattuto, esploso con l’inchiesta americana sul Vioxx, antidolorifico della Merck di cui per anni sono stati nascosti, col silenzio-assenso delle autorità, i gravi effetti collaterali. «Tanto l’Emea quanto l’Fda americana sono finanziate al 70% dall’industria che dovrebbero controllare», spiega Grandori, «e questo si ripercuote sulla trasparenza dell’informazione, così come la pubblicazione di studi contraffatti a fini commerciali, o la pratica dei ghost writers (autori fantasma pagati dall’industria per promuovere surrettiziamente i loro prodotti su riviste autorevoli) e dei guest writers, “ospiti” illustri indicati come primi autori di articoli che non hanno scritto».
Così i “No grazie” si documentano e diffondono l’informazione critica attraverso siti web, newsletter, blog, bollettini indipendenti consociati a livello internazionale. «Non accettiamo nessun tipo di regalo dall’industria, e alle associazioni professionali, alle istituzioni, ai politici chiediamo nuove regole per stabilire distanze di sicurezza tra il mondo della sanità e gli interessi del mercato. Ma soprattutto proponiamo la formazione (Ecm – Educazione continua medica) non sponsorizzata». Chi dice che l’aggiornamento medico debba passare da un costoso convegno a Miami? «Come ben documenta Alfredo Pisacane dell’università di Napoli, si possono proporre momenti di formazione locale, con risorse contenute: seminari o conferenze nei propri ospedali, nelle Asl, nelle università, secondo l’approccio clinico dell’evidence-based medicine, che integra l’esperienza del medico sul campo con l’utilizzo critico delle migliori evidenze scientifiche disponibili».


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