Sostenibilità

Mobilità sostenibile? Non è solo un sogno Ecco come arrivarci

Come cambiare i nostri trasporti

di Redazione

Incentivi per le aute ibride e per le biciclette, assicurazione auto a chilometri, tagli drastici agli spostamenti inutili delle merci. Le misure per arrivare ad abbattere del 30% le nostre emissioni di gas serraNel settore trasporti in Italia c’è un potenziale di riduzione delle emissioni di gas serra del 25-30%. È quanto afferma il dossier «Potenziale delle misure di riduzione del gas-serra nel sistema dei trasporti italiano», realizzato dal WWF nell’ambito della campagna «Generazione Clima» e con la collaborazione del Gruppo Allianz. Per la prima volta, è stata calcolata la quantità di CO2 che verrebbe abbattuta per ciascuno degli interventi proposti per la riduzione dell’impatto del traffico privato su gomma. Elaborato per il WWF dalla società di ricerca Polinomia, il dossier è stato inviato ai ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture e dell’Ambiente in occasione della Settimana europea della mobilità. In Italia oggi le emissioni del settore trasporti rappresentano una quota pari al 28% del totale delle emissioni di gas serra (133 milioni di tonnellate/anno), a cui contribuisce in maniera determinante il trasporto su gomma (con 123 milioni di t/a, pari al 92% delle emissioni del comparto dei trasporti). Ma il nuovo studio dimostra che è praticabile e realistica l’inversione di tendenza al continuo aumento delle emissioni di CO2, attraverso misure tecnologiche, di riorganizzazione dell’offerta di trasporto, di governo della domanda di mobilità.

Misure tecnologiche. Si tratta ad esempio, sottolinea il WWF, di riorientare gradualmente il mercato verso veicoli di medio-piccola cilindrata, che presentano consumi energetici unitari e quindi minori coefficienti di emissione di CO2 e adottare misure di sostegno mirate per i veicoli ibridi, il cui sviluppo su larga scala potrebbe far risparmiare quasi due milioni e mezzo di tonnellate di CO2.

Misure di riorganizzazione. Includono il sostegno attivo alla mobilità non motorizzata (pedoni e ciclisti), una complessiva ristrutturazione del sistema di trasporto pubblico (da potenziare e rendere più aderente alle esigenze di mobilità dei cittadini), l’introduzione di incentivi per il trasferimento modale delle merci (da strada a ferrovia e navigazione marittima). Ad esempio, si legge nel report, oltre metà degli spostamenti della popolazione residente nel Nord Italia si sviluppa entro i 10 km. Se solo il 30% di tale componente fosse messa nella condizione di scegliere la bicicletta si otterrebbe un ? 2,7 mln di t/a di CO2 su scala nazionale. Almeno altrettanto potrebbe risparmiarsi migliorando l’offerta del trasporto pubblico, con più viaggi in treno, bus e tram per i cittadini.

Misure di governo della mobilità. Sono le misure sviluppate nel campo della tariffazione del trasporto stradale (ad esempio mediante premi assicurativi pagati a chilometro percorso anziché a forfait), dell’ottimizzazione dei flussi di merci (limitando gli spostamenti “inutili”) e coordinando gli investimenti infrastrutturali alle trasformazioni urbane, anche mediante “patti territoriali” collegati alla realizzazione e/o alla gestione di opere ferroviarie od autostradali. Ad esempio introdurre criteri selettivi e incentivi che consentano di realizzare espansioni urbane solo nelle aree dove si sviluppi anche la rete di trasporto pubblico può far risparmiare fino a 4 milioni di tonnellate di CO2. Altra azione strategica: formare e favorire gli esperti in mobilità efficiente (MTO = Multimodal Transport Operator) che sappiano realizzare sistemi più efficienti nell’ottimizzazione dei flussi di trasporto e di individuazione dei siti più idonei di stoccaggio delle merci, con un occhio al risparmio energetico, portando su scala nazionale ad una riduzione del 5% delle distanze medie percorse.


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