Mondo

Costa D’Avorio: prime reazioni al discorso del presidente

I ribelli minacciano la ripresa del conflitto se non verranno applicati gli accordi di Parigi

di Emanuela Citterio

Rimane teso il clima politico in Costa D?Avorio, dopo il discorso del presidente Laurent Gbagbo alla nazione che si è tenuto nel fine settimana. Il presidente ha dichiarato di voler accettare “lo spirito” degli accordi di Marcoussis sottoscritti lo scorso 24 gennaio in Francia tra governo e ribelli. Ma le sue parole sono state giudicate ambigue dall?opposizione e dai ribelli, che a Parigi si sono visti promettere il ministero degli interni e quello della difesa nel nuovo governo di unità nazionale. ?Proviamo e se non funziona cambiamo” ha detto Gbagbo nel suo atteso discorso televisivo “proviamo questa medicina: se ci guarisce tanto meglio, se no ne proveremo un?altra. Ma facciamo in modo che ci guarisca e ci faccia uscire dallo stato di guerra?. Il presidente però ha anche sottolineato che l?accordo contiene ?punti contraddittori?, ed è un ?testo di compromesso?. Ha inoltre sottolineato che, se vi saranno punti dell?accordo di Marcoussis in contraddizione con la costituzione ?applicherà la costituzione?. Oggi la televisione di stato continua a riproporre il messaggio del presidente. Ma progressivamente appare chiaro che la sua posizione è quella di ?lavorare? sulle basi dell?accordo di Parigi, senza dare alcuna garanzia che i due ministeri-chiave vengano di fatto concessi ai ribelli, eventualità contro la quale hanno manifestato sia le forze fedeli al presidente che ampie fette della popolazione. L?agenzia Misna oggi riporta le dichiarazioni di un delegato del principale gruppo ribelle (il Movimento patriottico della Costa d?Avorio, Mpca) e un esponente della Coalizione dei repubblicani (Rdr), il partito d?opposizione dell?ex premier Alassane Ouattara, secondo i quali Gbagbo ?tiene solo lo spirito? dell?accordo parigino ma non la sostanza. I ribelli hanno detto chiaramente che se il presidente non applicherà tutti gli accordi di Parigi, sarà di nuovo guerra.


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