Formazione

Caro ministro della pubblica ignoranza

Il diritto più tutelato in Italia? Il diritto a non sapere. La riforma scolastica? Elimina le materie più importanti. La polemica sulla parità? Perde di vista la cultura.

di Redazione

È possibile che in Italia i treni deraglino perché nessun ingegnere sa più tenere conto del rapporto tra peso delle carrozze che corrono e forza centrifuga? Secondo Lucio Russo, docente di Calcolo delle probabilità all?università di Tor Vergata, sì. E questo è solo uno dei tanti disastri che capitano in Italia perché la scuola non prepara più i giovani, che escono da medie, licei e università (pubbliche) sempre più ignoranti. Altro che diritto allo studio, diritto di formarsi una cultura nella scuola. «Il diritto all?ignoranza non solo ha una schiera di efficaci difensori, in particolare tra intellettuali e politici» afferma Russo. «Ma è garantito di fatto». Anche dal ministro Berlinguer e dalla sua riforma della scuola? «Berlinguer persegue il progetto di smantellare ciò che resta della tradizionale scuola superiore italiana trasformandola in una scuola per consumatori. Un luogo che si limita a sfornare clienti-studenti fornendo loro prodotti massificati, dequalificanti. Ma gradevoli e rassicuranti». Una scuola che elimina la storia, il latino e la matematica. E in cui invece di chiedere allo scolaro di calcolare quanto guadagna il contadino dalla vendita del suo sacco di patate, gli impone di inserire in una tabella diversi modi di cucinare le patate stesse, come suggerisce l?incredibile esempio che riportiamo in tabella. Professor Russo, con una scuola come questa non c?è da stupirsi se sempre più genitori scelgono di mettere in piedi esperienze didattiche alternative. Ma non c?è più niente da fare per migliorare la scuola statale? Non lo so. È difficile rispondere perché i danni sono davvero immensi. In questo momento aspetto ancora di vedere cosa succederà nei prossimi mesi, se non cambierà nulla può darsi che mi impegni io stesso nella creazione di una scuola alternativa, privata. Non lo escludo affatto. Ma fonderei una scuola solo se mi rendessi conto che tutto è perduto. Diciamo che tra sei mesi potrei decidere. Cosa dovrebbe succedere secondo lei perché non nasca una scuola ?Lucio Russo?? Forse dovrebbe cambiare il governo. Ma non so se servirebbe. D?altra parte anche all?interno del governo le voci di dissenso sulla riforma Berlinguer sono tante. La scuola che risponde soltanto alle logiche di mercato non piace a nessuno, tanto meno a Rifondazione comunista, anche se è chiaro che la cultura egemone preme in questa direzione. Cosa vuole il mercato? L?école à la carte, cioè una scuola nata e pensata per soddisfare una determinata esigenza particolare. Si ragiona a segmenti. Può fare un esempio? Prendiamo la scuola elementare: ai bambini ormai si insegna a battere sulla tastiera di un computer e qualche parola di inglese, e basta. La grammatica italiana sparita, l?astrazione matematica sconosciuta. D?altra parte, cosa aspettarsi di buono se il presidente della commissione governativa chiamata a studiare i contenuti della nuova scuola, il professor Maragliano, ha dichiarato che «il videogioco è la più grande rivoluzione epistemologica di questo secolo»? Davanti a un processo di sgretolamento culturale così clamoroso, come intellettuale di sinistra, mi vado convincendo che forse la nascita di una scuola privata seria sarebbe il male minore. Meglio una scuola privata seria che una pubblica sfasciata. Quali caratteristiche dovrebbe avere questa scuola per essere veramente seria? Dovrebbe essere un po? diversa da tante scuole private esistenti oggi, che in molti casi non sono meglio della scuola statale. Ma per far questo innanzitutto occorre superare la logica dello scontro ideologico che finora ha opposto laici a cattolici. Un conflitto tra due ?chiese? che ha offuscato l?unica questione importante, quella del servizio pubblico, non importa se statale o privato, reso da una scuola veramente orientata alla salvaguardia della cultura. I gruppi che finora si sono fatti la guerra in nome delle ideologie dovrebbero convergere in un?alleanza in nome della cultura. Non a caso le critiche sui contenuti sono trasversali: difendere il latino o la matematica non mi sembra né di destra né di sinistra. Il nemico da battere, in fondo, è lo stesso: l?ignoranza. Perché non scendere in campo tutti insieme? Il memorabile test della patata Nel libro di Lucio Russo, che ha fatto tanto discutere, viene riportata la storiella del ?problema delle patate?, nata in Francia e via via diventata emblematica in tutta Europa per stigmatizzare il deterioramento dell?insegnamento negli ultimi quarant?anni. Eccola: 1960  Il problema Un contadino vende un sacco di patate per 1000 lire. Le sue spese di produzione sono i 4/5 del prezzo di vendita. Qual?è il suo guadagno? 1970  Insegnamento ?tradizionale? Un contadino vende un sacco di patate per 1000 lire. Le sue spese di produzione sono i 4/5 del prezzo di vendita, e cioé 800 lire. Qual?è il suo guadagno? 1970  Insegnamento ?moderno? Un contadino scambia un insieme P di patate con un insieme M di monete. La cardinalità dell?insieme M è uguale a 1000 e ogni elemento di M vale una lira. Disegna 1000 grossi punti che rappresentino gli elementi dell?insieme M. L?insieme S delle spese di produzione è un sottoinsieme di M ed è formato da 200 grossi punti in meno di quello dell?insieme M. Rappresenta l?insieme S e rispondi alla domanda seguente: qual?è la cardinalità dell?insieme G che rappresenta il guadagno? Disegna G in colore rosso. 1980  Insegnamento ?rinnovato? Un contadino vende un sacco di patate per 1000 lire. Le sue spese di produzione sono 800 lire e il suo guadagno è di 200 lire. Sottolinea la parola ?patata? e discutine con il tuo compagno. 1990  Insegnamento ?riformato? Supponendo che degli agricoltori vogliano vendere un sacco di patate per 1000 lire, fai un sondaggio per determinare il volume della domanda potenziale di patate nel nostro paese. Completa questa ricerca analizzando gli elementi del problema, mettendo in rapporto gli elementi fra loro e cercando il principio del rapporto fra questi elementi. Per finire, fai una tabella a doppio ingresso, indicando in orizzontale, in alto, i nomi degli elementi citati, e in verticale, in basso, i diversi modi di cucinare le patate.


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