Politica

La sorpresa cinese

Il leader Hu Jintao risponde all'appello di Obama e promette impegni concreti

di Redazione

Il grido di allarme per la sorte dei negoziati sul clima che “procedono a velocita’ glaciale” da parte del segretario generale dell’Onu sotto la cui egida a dicembre il mondo dovra’ trovare a Copenhagen un accordo per scongiurare quella che Barack Obama definisce “una catastrofe irreversibile”. Fortemente voluto da Ban Ki Moon prima dell’inizio ufficiale della 64esima sessione dell’Assemblea Generale, il Vertice dei leader sul clima ha mostrato tutti i problemi e le difficolta’ che la comunita’ internazionale ancora non ha risolto a pochi mesi dalla conferenza di dicembre che dovrebbe trovare l’accordo che sostituisca il protocollo di Kyoto. Ma ha anche ufficializzato nella massima sede internazionale la svolta di Washington sul clima, con Obama, al suo esordio sul podio del Palazzo di Vetro, che ha ridadito che gli Stati Uniti comprendono “la gravita’ della minaccia climatica e siamo determinati ad agire” ed ha ammesso gli errori commessi in passato. Ed ha anche segnato la linea che gli Stati Uniti intendono seguire nel “difficile viaggio da qui a Copenhagen”, esortando ad un atteggiamento “flessibile e pragmatico” nei negoziati. E, soprattutto, chiedendo ai paesi in via di sviluppo, come Cina ed India, di “fare la loro parte”.

“La Cina ha adottato e continuera’ ad adottare misure concrete per far fronte a questa sfida” e’ stata l’immediata risposta di Hu Jintao che, salito sul podio dell’Assemblea Generale subito dopo Obama. Il presidente cinese ha ribadito che la Cina si impegna a fare la propria parte per contribuire a contrastare l’emergenza clima, ma non ha mancato di esortare i paesi piu’ ricchi ad aiutare quelli in via di sviluppo ad adattarsi a questa emergenza senza distruggere le proprie economie. “Cercheremo – ha quindi annunciato il presidente – di ridurre di un margine notevole le emissioni di anidride carbonica per unita’ di Pil entro il 2020”.

Un impegno “pesante” e in parte inaspettato da parte del gigante cinese. Che, unito alle parole forti del Giappone, riscuote il plauso del WWF. Secondo l’associazione ambientalista Cina e Giappone hanno mostrato una forte leadership nell’azione contro i cambiamenti climatici.

“I capi di Stato dei due Paesi hanno dato un messaggio univoco affermando che l’unica alternativa possibile per vincere la sfida del clima è che Copenhagen sia un successo – ha dichiarato Michele Candotti, direttore generale del WWF Italia – Ci complimentiamo per la sorprendente leadership dimostrata dai due più importanti protagonisti dell’Est Asiatico. Sia il presidente Hu che il primo ministro Hatoyama hanno capito in modo inequivocabile che i negoziati devono accelerare e diventare molto più ambiziosi, e hanno dimostrato il proprio impegno a implementare una serie di misure concrete per trasformare la retorica in azione”.

 

È stato il vertice delle prime volte, nota il WWF. E’ la prima volta nella storia in cui un Presidente della Cina abbia presenziato all’Assemblea Generale dell’ONU. E’ la prima apparizione del nuovo primo ministro giapponese. Ed è la prima volta in cui il presidente degli Stati Uniti Obama ha parlato al mondo di cambiamento climatico.

“I leader politici di tutto il globo hanno affermato la necessità di un’azione rapida contro i cambiamenti climatici – ha dichiarato Michele Candotti – Sta nascendo una convinzione diffusa che l’azione per il clima sia necessaria, raggiungibile e desiderabile.”

Nel suo intervento finale, il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha enfatizzato che qualunque accordo futuro per il clima deve essere esaustivo, ambizioso e vincolante. “Ban Ki-Moon ha svolto un ruolo cruciale nel creare questa nuova risoluzione politica – afferma Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – I leader politici hanno dichiarato che considerano la questione molto seriamente e noi li terremo ben saldi alle loro promesse perché c’è tantissimo lavoro da fare prima di dicembre. Ora devono garantire che i loro ministri e negoziatori trasformino in azione le loro belle parole.”

“I capi di Stato e i ministri delle finanze delle 20 maggiori economie mondiali hanno l’opportunità perfetta di trovare soluzioni alla questione finanziaria durante la riunione del G20 a Pittsburgh, alla fine di questa settimana – ha continuato Michele Candotti,– l’unica cosa che i leader politici non possono più permettersi è di sedere in disparte e aspettare che gli altri facciano la prima mossa.”

Rimangono solo 15 giorni di negoziati prima che i governi di tutto il mondo si riuniscano a Copenhagen per definire il nuovo trattato per il clima: i negoziatori si incontreranno infatti a Bangkok nelle prossime due settimane e poi a Barcellona la prima settimana di novembre.

“A Bangkok scopriremo se la risolutezza dei Capi di Stato ha raggiunto i negoziatori e se riusciranno a migliorare la qualità e la velocità dei negoziati – conclude Mariagrazia Midulla, – I cittadini di tutto il mondo lo stanno chiedendo a gran voce. Ora i capi di Stato e i loro negoziatori hanno a pieno titolo il mandato di cui avevano bisogno.”


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