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Parità? Aspetta e spera

L’accordo nel governo sulla parità scolastica è ancora lontano. Ma il ministro non se la prende Perché, dice lui, «finché c’é vita, c’è speranza». di Luigi Sanguineti

di Redazione

Non solo studenti, insegnanti, vescovi, realtà del Terzo settore chiedono un forte segnale di cambiamento alla scuola italiana. L?ha chiesto anche il governatore della Banca d? Italia, Antonio Fazio, intervenuto nel dibattito sulla scuola in Italia, invitando ad una nuova coesistenza tra pubblico e privato, E Berlinguer che dice? Lo incontriamo il 7 settembre vicino a Chiavari dove il ministro è in visita al ?Villaggio del Ragazzo?, un centro di ispirazione cattolica dove si svolgono corsi di formazione di primo livello finanziati dalla Regione, dallo Stato e dalla Cee. È un ministro ?entusiasta? dell? esperienza che si sta svolgendo a San Salvatore di Cogorno, alle spalle di Lavagna. Forse è per questo che si lascia andare: «Sarà un anno di grande cambiamento per il mondo della scuola», dichiara il ministro, illustrando le scadenze parlamentari e i provvedimenti che entreranno in attuazione nella scuola italiana. La prima scadenza di grande rilievo, secondo il ministro, sarà il 15 settembre, giorno in cui è fissata la votazione dell?innalzamento dell? età per la scuola dell?obbligo. «Su questo tema la maggioranza ha trovato un?intesa . Non credo, dunque, si creeranno problemi». Di fronte a richieste di maggiori particolari anche in considerazione delle critiche che lo accusano che con l?innalzamento dell?obbiligo si parcheggeranno i ragazzi senza offrir loro una concreta opportunità di formazione anche professionale, il ministro precisa che «l?estensione dell?obbligo non avrà effetti immediati». «Se le Camere la approveranno a settembre», precisa, «entrerà in vigore nel biennio 1999-2000». «Un?altra tappa che ritengo di grande importanza è quella relativa al riordino dei cicli scolastici – ha proseguito Berlinguer -. Fino ad oggi, infatti, la scuola era una ?torre d?avorio?, distante dal mondo del lavoro. Invece, scuola e lavoro devono intrecciarsi. Negli anni 2000 si farà formazione continua, quindi anche il rapporto tra questi due mondi dovrà modificarsi». Tra i ?cambiamenti? destinati a far mutare la struttura della scuola italiana, il ministro Berlinguer ha poi citato il corso di laurea per la formazione dei maestri, il nuovo esame di maturità e l?autonomia delle scuole. «Abbiamo stanziato, attraverso i Provveditorati, 500 miliardi di lire per l?autonomia – ricorda -. ma è possibile che un cambiamento di questo rilievo comporti un po? di confusione. Sarà indispensabile che si passi dall?obbedienza ?eterodiretta? ad una scuola autonoma che si autoprogetta. Fino ad oggi tutto era predeterminato: c?erano i programmi ministeriali, i contenuti dei programmi stessi erano molto statici. D?ora in poi le scuole saranno più libere, ci potrà essere concorrenza e scambio di informazioni. C?è un grande bisogno, nella scuola, di circolazione di idee». Per l?Università, secondo il Ministro, le principali novità saranno la riforma della ricerca di base, le modifiche per il reclutamento dei docenti, l?aumento delle borse di studio per i ricercatori e, per il futuro, la ridefinizione dei corsi di laurea. «Su quest? ultimo punto – ha spiegato Berlinguer – introduciamo ora la discussione. Abbiamo la necessità di uniformarci al resto dell?Europa in modo che le nostre lauree (brevi o altro che siano) possano essere riconosciute anche all?estero». A proposito di libertà qualcuno chiede dove sia finito il progetto di legge sulla parità scolastica e il ministro se la cava con una mozione dei sentimenti e con una promessa vaga: «Dove non prevalgono le ideologie e dove c?e chi ama i ragazzi, sinistra e cattolici possono collaborare come qui al ?Villaggio del Ragazzo??, un Centro di formazione professionale gestito da una Fondazione di ispirazione cattolica, all? interno del quale ha sede anche una scuola media statale. Insistiamo e proviamo a chiedere come se la caverà con Rifondazione Comunista sul tema della parità della scuola privata. Il ministro dice: «Effettivamente l? accordo è ancora lontano. Ma finché c?è vita c?è speranza. Quindi io spero che lo raggiungeremo». Persino il maestro D?Orta sarebbe d?accordo.


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