Non profit

Il portavoce della società civile a Bruxelles. Non fate gli euroassenti

Pier Virgilio Dastoli lancia il suo sos sulla convenzione. E ironizza sulle gaffe del governo italiano. La società civile è più presente. Ma deve cambiare registro.

di Carlotta Jesi

“Della Convenzione europea, in Italia, parlano solo gli antieuropeisti: Bossi, Martino, Tremonti. Tre politici in tutto, tre e mezzo con Castelli che qualche volta sparla anche lui”. Pier Virgilio Dastoli, portavoce del Forum permanente della società civile a Bruxelles, è amareggiato. A sei mesi dalla presentazione della nuova Costituzione europea prevista per giugno al Consiglio di Salonicco, e soprattutto dall?inizio della presidenza italiana dell?Unione sotto cui la Costituzione dovrebbe essere firmata dai Paesi membri, il contributo del nostro governo è tutto qui. Dietro la voce degli euroscettici, il silenzio “dell?esecutivo e di Frattini”. O, peggio, le gaffe di Fini: “È riuscito a firmare un documento dell?Unione europea delle nazioni in cui si dichiara che la Convenzione non è democraticamente legittimata, proprio lui che della Convenzione è un membro”. Sono performance negative che farebbero vergognare chiunque. Figuriamoci uno come Dastoli che è entrato al Parlamento europeo negli anni 70 con Altiero Spinelli, è diventato funzionario, ha insegnato integrazione europea in diverse università italiane, ha scritto molti libri sull?evoluzione dell?Unione (tra cui Verso una costituzione democratica europea) e nel 1995, alla vigilia della conferenza intergovernativa sulla revisione del Trattato di Maastricht, si è battuto perché il Terzo settore facesse sentire la sua voce a Bruxelles creando il Forum permanente della società civile, di cui oggi è portavoce. Vita: Come si spiega questo assenteismo del nostro governo? Pier Virgilio Dastoli: Probabilmente spera di giocare un ruolo più importante durante la Conferenza intergovernativa che dovrà ratificare la nuova Costituzione. Ma si sbaglia. A differenza di altri governi europei, non si è accorto che i giochi si fanno adesso, durante l?elaborazione della Convenzione. Basta scorrere la lista dei ministri degli Esteri che i leader d?Europa hanno inviato a Bruxelles per seguire passo dopo passo i lavori di Giscard d?Estaing: il tedesco Joschka Fischer, il francese Dominique de Villepin, Ana de Palacio e via così. L?Italia, purtroppo, è assente. Vita: Anche l?Italia della società civile? Il gruppo di lavoro della Convenzione sta esaminando questioni che la riguardano molto da vicino: sussidiarietà, immigrazione, reddito minimo. L?identità sociale della nuova Europa, insomma. Dastoli: Il non profit italiano è in ritardo. Gli è andata bene con la Carta di Nizza, si mobilitò soprattutto alla fine della partita e riuscì a far passare le sue idee. Ma stavolta non può funzionare, deve sfruttare i canali ufficiali di comunicazione con la Convenzione e crearne di nuovi. Vita: Otto mesi fa, dalle pagine di questo giornale, lei denunciò che la società civile italiana stava sprecando le sue chance di partecipare all?elaborazione della nuova Costituzione europea. È ancora così? Dastoli: Ci sono alcune organizzazioni, come il Forum del Terzo settore e il Cocis, che si sono date molto da fare. E al Social forum di Firenze è partito un grosso lavoro di riflessione sui temi della convenzione, lavoro che continua tuttora. Ma sono convinto che la società civile debba fare uno sforzo in più: elevare la sua discussione a livello costituzionale. Vita: Adesso non succede? Dastoli: No. A differenza di otto mesi fa, oggi molte ong e associazioni fanno proposte per nuove politiche su questo o quell?aspetto sociale. Ma devono capire che la dimensione del dibattito in seno alla Convenzione è un?altra: il suo obiettivo è creare una nuova Costituzione, quindi a Giscard d?Estaing bisogna presentare dei progetti di articoli per una costituzione, redatti come articoli di una costituzione. Vita: Può farci qualche esempio? Dastoli: Prendiamo i diritti dei disabili. Su questo tema nella Convenzione non si può mettere tutto un capitolo: bisogna piuttosto proporre un articolo in cui si afferma che l?Unione deve agire per combattere tutto ciò che crea discriminazioni. Bisogna fare di tutto perché nella nuova Costituzione sia scritto che l?Europa si impegna seriamente nella lotta all?esclusione sociale e che ha competenze nella politica dei disabili. All?interno del Forum permanente della società civile, per fare un altro esempio, stiamo scrivendo un articolo che estenda tutti i diritti di cittadinanza agli immigrati regolari. L?ideale sarebbe che la società civile scrivesse una costituzione sociale da presentare alla Convenzione. Vita: Quali sono i canali di comunicazione tra il non profit e l?équipe di Giscard? Dastoli: Il sito internet della Convenzione, che ha una sezione dedicata ai contributi della società civile; le sessioni di dialogo mensile tra Bruxelles e il Terzo settore; e il gruppo di lavoro sull?Europa sociale in cui alcuni membri approfondiscono i temi dell?uguaglianza, della parità fra uomo e donna, dello sviluppo sostenibile. Vita: Crede che siano sufficienti? Dastoli: La Convenzione dovrebbe organizzare nuovi incontri con le associazioni come quello che si è svolto il 24 e il 25 giugno a Bruxelles, quando il Parlamento ha aperto le porte a oltre 500 organizzazioni non governative. Ma a Bruxelles dovrebbero far venire gli operatori della società civile che lavorano tutti i giorni sul territorio, non i delegati dei delegati dei delegati. Dove è possibile, inoltre, bisognerebbe organizzare incontri a livello locale e nazionale per discutere della nuova Convenzione. Incontri che, purtroppo, oggi in Italia scarseggiano. Finora le istituzioni hanno organizzato iniziative paludate con scarsa partecipazione della società civile. Dividono con i media, e la stampa in generale, la responsabilità del disinteresse mostrato dagli italiani per la nuova Costituzione europea. Info: EUROPA European Convention Europa2004 Qui Bruxelles Concord:ong in rete Concord. Tenete bene a mente questa sigla. Vuol dire Confederazione delle ong di emergenza e di sviluppo. E dal 30 gennaio 2003, data della sua costituzione, è la nuova struttura di coordinamento e di rappresentanza presso le istituzioni dell?Unione europea delle oltre mille ong di emergenza e sviluppo presenti nei Paesi membri. Creata da 40 organi di rappresentanza della società civile dei 15 Stati membri, Concord è la naturale evoluzione del Comité de Liaison des ong (Clong) da cui però si differenzia su un punto fondamentale: la dipendenza economica da Bruxelles. “La Commissione ha riconfermato il suo sostegno economico a Concord, che però dipenderà più dai fondi raccolti dalle ong e meno da quelli comunitari”, spiega Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle organizzazioni non governative italiane. Il governo di Concord? Sarà affidato a un presidente, l?olandese Frans Polman, coadiuvato da un consiglio direttivo di nove membri. Le attività della nuova confederazione verranno invece articolate in gruppi di lavoro tematici sulle questioni aperte a Bruxelles. Dalla finanza per lo sviluppo alla percentuale di Pil dedicata ai Paesi poveri, alla gestione degli aiuti umanitari ONG


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