Cultura

Le buone notizie diventano un buon affare

Parla l'imprenditore Stuart Pennington

di Emanuela Citterio

Dopo il successo del sito «South Africa the good news», arriva
il gemello «Africa the good news». Lo sponsor? Un big della telefonia del continente da 10 milioni di dollari Africa, qui solo buone notizie. Basta con il «continente nero», «il cuore di tenebra» e l’immagine di una landa desolata priva di speranze. L’imprenditore sudafricano Stuart Pennington se l’è detto una sera, dopo aver litigato a cena. Ora sul web c’è Africa the good news, un portale di buone notizie sull’Africa che evidenzia le dinamiche positive in corso nel continente: dagli affari alla politica, dallo sviluppo tecnologico ai progressi nel campo dell’istruzione e della sanità. Senza dimenticare il calcio: Africa the good news è nato due anni fa sulla scia del successo di South Africa the good news (180mila utenti fissi al mese).
Vita: Perché un sito sull’Africa positiva?
Stuart Pennington: Ero preoccupato del livello di ignoranza che esiste sull’Africa. La maggior parte dei libri parla di morte, malattie, disastri e disperazione. Hanno titoli come Il continente oscuro, Il continente alla deriva o simili. Ho avviato questa iniziativa per provare a cambiare la percezione sull’Africa. Il primo passo è stato cercare sponsor che avevano avuto un grande successo in Africa e che quindi erano interessati a promuovere un’immagine diversa del continente.
Vita: Trovati?
Pennington: Entrambi i siti, SouthAfrica e Africa the good news, hanno come sponsor Mtn, compagnia di telefonia mobile sudafricana in forte crescita in tutto il continente. Questa è una delle storie di successo nel nostro Paese: una compagnia che ha cominciato 15 anni fa dal nulla e ora ha un fatturato di 10 milioni di dollari l’anno e dà lavoro a 20mila persone.
Vita: Il suo lavoro era pianificare strategie di sviluppo per le aziende. Com’è diventato editore?
Pennington: Ero a un party a Johannesburg. Una coppia aveva deciso di emigrare in Australia e per tutta la sera si misero a denigrare il Sudafrica. Discussi con loro e alla fine lasciai il party. Ero arrabbiatissimo, ma mi rendevo anche conto di non saperne abbastanza per controbattere. La presi come sfida e il giorno dopo decisi di scrivere un libro sulle buone notizie che riguardavano il Sudafrica. Alla fine di libri ne ho scritti tre, più un altro su tutta l’Africa. Mi sono imbattuto in storie di incredibile successo e allora mi sono chiesto perché l’informazione sull’Africa dei media internazionali fosse sempre la stessa e disegnasse un futuro negativo. Da qui al web il passo è stato breve.
Vita: Com’è organizzata la redazione?
Pennington: Abbiamo una struttura leggerissima: quattro persone in tutto che vanno a caccia di notizie positive sul web.
Vita: In Sudafrica ci si aspetta molto dai Mondiali di calcio del 2010?
Pennington: Il mondiale è un’enorme spinta per il Sudafrica e l’Africa. Oltre agli stadi si stanno migliorando trasporti e infrastrutture e si calcola si siano creati 200mila posti di lavoro. Il mondo si focalizzerà sul continente in quel periodo e si accorgerà di come il Sudafrica è sofisticato. Sarà un’occasione per sfatare i pregiudizi secondo i quali in un Paese africano le cose non funzioneranno. C’è già un record: sono arrivate 68mila candidature per fare i volontari al Mondiale, contro le 48mila del 2006 in Germania.
Vita: Non c’è il rischio di promuovere più che informare?
Pennington: Non ignoriamo l’altro lato della medaglia. Ma anche nelle cattive notizie si trovano grandi storie, noi cerchiamo di capire e raccontare cosa si sta facendo per risolvere i problemi. In Africa 3mila persone al giorno muoiono ancora per la malaria ma ci sono moltissime iniziative di successo che stanno abbassando l’incidenza della malattia. Noi raccontiamo anche quelle.

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