Famiglia

Un filo unisce nudo e chadorAlla finestra

di Redazione

da pagina 5
Alla fine di un percorso che ha concesso alle donne di divorziare, abortire, lavorare ed essere indipendenti.Le arabe, invece, si trovano a molti frame prima. La lotta non c’è ancora stata. Non è ancora stata vinta. Molti diritti vanno ancora acquisiti e l’emancipazione è a macchia di leopardo, per i ceti sociali più agiati e solo in determinati ambienti. Le sporadiche starlette libanesi, a questo punto, sono un serbatoio per lo scontento e la repressione, un’eccezione in un sistema tutto sommato ancora rigidamente moralista e spesso maschilista. Intendiamoci, la televisione del mondo arabo spesso fa rabbrividire. Donne che sono madri di protagonisti maschili, fidanzate di eroi coraggiosi, mogli ripudiate, mogli aggiunte ad un harem, figlie di padri autoritari, ragazze isolate e criticate perché troppo libertine, eccetera eccetera.Coprotagoniste ed oggetto di giudizio prima che agenti reali, che fanno, padroni di sé e del mondo che le circonda. Ma come italiana, come figlia di una società e di una civiltà che ha condotto battaglie incredibili e spesso d’esempio per molti altri, ad ogni centimetro di pelle in più che si scopre, ad ogni ragazza cui viene detto «beh, sei carina ed anche brava?incredibile!», sento un pezzo di me ribellarsi, scalpitare per recuperare tutta la dignità perduta.
In fondo, e lo sappiamo, tra il chador e il nudo integrale, tra le innumerevoli sfumature possibili, dev’esserci per forza spazio per qualcos’altro.


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