Costa D’Avorio, oggi parla il presidente

Oggi potrebbe essere un giorno di svolta per la Costa d’Avorio. Il presidente Laurent Gbagbo ha annunciato un discorso tv alla nazione per le 20. Secondo quanto sostiene il quotidiano francese Le Figaro, Gbagbo annuncerà finalmente il suo appoggio all’accordo di pace mediatod a Parigi e firmato a Marcoussis, in Francia, che prevede un governo di unità nazionale, un esecutivo di cui facciano parte anche due ministri appartenenti ai tre movimenti ribelli che hanno scatenato la guerra civile. Dopo due settimane di quotidiane manifestazioni dei partigiani pro Gbagbo davanti all’ambasciata francese, in cui si chiedeva a gran voce il rigetto degli accordi, ieri, per la prima volta, a Yamoussoukro regnava la calma. Sempre per la prima volta, sui giornali ivoriani sono apparsi commenti favorevoli al trattato. Un esempio: Affi N’Guessan, capo della delegazione governativa a Marcoussis, ignorato fino a ieri, ha rilasciato una lunga intervista sul quotidiano Fraternità Matin: “Comprendo i vostri sentimenti d’indignazione e di rivolta, ma adesso in Costa d’Avorio la priorità è quella di risparmiare il maggior numero di vite umane possibili. La collera è cattiva consigliera”. Secondo indiscrezioni, questa sera Gbagbo annuncerà la prossima nascita di un governo di unità nazionale, presieduto da uno dei suoi pupilli, Seydou Diarra, e di cui faranno parte due ministri ribelli. La più importante delle tre formazioni guerrigliere, il Mpci, ha dichiarato di aver già consegnato a Gbagbo una lista di 14 nomi tra cui scegliere il candidato. La svolta del presidente è forse conseguenza dell’ultimatum lanciato ieri dai ribelli. Questi dalla città di Man, dove si sono riuniti, hanno minacciato di conquistare militarmente Abidjan (la capitale economica del Paese) se Gbagbo non avesse deciso di mettere in pratica gli accordi da lui stesso sottoscritti. Questo fine settimana si svolgerà a Yamoussouko il vertice della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale. Vertice a cui parteciperà anche una delegazione di ribelli.