Ci ha davvero preso Giulio Albanese con il titolo del suo ultimo pamphlet: Ma io che c’entro? è la domanda del momento. Sulla bocca di chi cerca una scusa per tenersi fuori. E nel cuore di chi invece vorrebbe impegnarsi ma si sente smarrito, privo di criteri e di punti di riferimento. Albanese così ha pesnsato ad uno strumento molto agile, di facile leggibilità e di immediata efficacia proprio per venire incontro a questi ultimi. E per stanare chi si chiama fuori. Il libretto si snoda ovviamente attraverso letture ed esperienze che Albanese, nella sua duplice veste di missionario e di giornalista, ha vissuto in questi anni. È un libretto mobilitante, che attraverso osservazioni molto elementari guida il lettore a farsi un’idea dello stato delle cose. Oggi infatti il vero pericolo che Albanese addita è quello della spettacolarizzazione dell’informazione, che con l’enfatizzazione di certi fatti ci restituisce prospettive deformate e non contribuisce certo a farsi una coscienza delle cose. Con l'”infotainment” l’informazione viene piegata agli interessi del marketing: invece che far conoscere, il suo input è quello di intrattenere e far divertire. Quindi, la prima risposta alla domanda da cui origina il libro sta proprio nella scelta degli strumenti sui quali informarsi: se si cambiano le fonti, si ha subito percezione che le cose che accadono ci riguardano da vicino. Perché, come dice lo scrittore senegalese Hamidou Kane, citato da Albanese a proposito dei rapporti tra Europa e Africa, «non abbiamo avuto lo stesso passato, voi e noi, ma certamente avremo lo stesso futuro».
Tra gli strumenti che Albanese indica c’è anche quello della scelta nei consumi. Premiare le aziende che sposano cause sociali nel Sud del mondo, dimostrare che chi ha una coscienza sociale ha anche un guadagno materiale, è già un modo di “entrarci”, di dare una spinta verso una direzione migliore ai grandi processi che oggi disegnano il mondo in cui viviamo. Ecco perché in un momento in cui in tanti, per egoismo o per viltà, girano la testa dall’altra parte, questo pamphlet arriva opportuno e puntuale. Come un manuale pratico, che senza copririsi le spalle con nessun ideologismo, ci chiama tutti al nostro piccolo o grande compito.
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