Cultura

SUDAN. Loubna: “La mia battaglia continua”

Scacerata ieri la giornalista arrestata perché portava i pantaloni

di Redazione

«Continueremo a lottare» ha detto appena uscita dal carcere. E’ durato solo un giorno l’arresto di Loubna Ahmed al-Hussein, la giornalista arrestata per essersi rifiutata di pagare una multa a causa dei pantaloni che aveva indosso.

Pare che lei si sia arrabbiata. L’Unione dei giornalisti sudanesi ne ha annunciato la scarcerazione, dichiarando di aver pagato la multa di 200 dollari che lei si era rifiutata di versare per essere stata “sorpresa” dalla polizia in un locale di Karthoum con indosso i pantaloni.

«Non so neanche chi abbia pagato la multa. Avevo chiesto alla mia famiglia e ai miei amici di non pagarla» ha affermato la giornalista. Ormai paladina dei diritti civili, Loubna ha detto di non sapere al momento se impugnerà la sentenza di colpevolezza pronunciata dalla Corte di Khartoum-Nord. Loubna combatte l’articolo 152 del codice penale del 1991, entrato in vigore due anni dopo il colpo di Stato del presidente Omar el-Beshir e che prevede una pena massima di 40 frustate per chiunque “commetta un atto indecente, un atto che viola la moralità pubblica o indossi indumenti indecenti”. Per la giornalista questo articolo viola la Costituzione sudanese e lo spirito della legge islamica (Sharia) in vigore nel nord del Sudan, per lo più musulmano.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.