Formazione

In cattedra con i Pink Floyd

Lezione di inglese ad Anzio

di Redazione

I Pink Floyd, ma anche gli U2, Amy Winehouse e i videogiochi. «Partire dalle cose che interessano stimola i ragazzi», sostiene Francesco IeradiSu Facebook Francesco Ieradi, 40enne professore di inglese al liceo linguistico di Anzio, ha molte fotografie scolastiche. Momenti di relax, il carnevale, i viaggi di studio a Parigi. Ci sono anche tantissimi commenti. Buffi. Scherzosi. Provocatori. «Ma che matto ‘sto teacherrrr», ammicca un allievo sottintendendo che sì, la parola giusta la conosce, ma è meglio così con un bel po’ di erre. Perché il linguaggio se sai stiracchiarlo lo possiedi davvero. Lo senti più vicino e te ne servi per quel che sei e per il tempo in cui sei («tvb professò!!!!»). Missione compiuta? «È dai loro interessi che parte la motivazione. Uso anche Amy Winehouse, per esempio».
Vita: Per la pronuncia?
Francesco Ieradi: Una canzone può essere un ottimo approccio. Gli studenti la conoscono. E sono incuriositi dal fatto che gliela proponi. Quindi ti stanno a sentire per capire dove vuoi andare a parare.
Vita: E lei dove vuole andare a parare?
Ieradi: All’analisi testuale, alla decodifica dei messaggi.
Vita: Un esempio?
Ieradi: Ho usato il video di Back to black. È un testo in cui Amy racconta l’esperienza di una donna sola, abbandonata. Ha anche passaggi sessualmente espliciti, che naturalmente spiego. Poi dal testo passo al paratesto. È chiaro che ci sono anche delle banalità, di cui mi sembra giusto i ragazzi si accorgano, ma quel che conta è che il coinvolgimento parte dalla loro cultura. Il che non vuol dire che lì si rimane. Dalla Winehouse siamo passati al punto di vista femminile sulla morte. A Giulietta che si finge morta per capire se Romeo la ama davvero.
Vita: Sì, ma le cose noiose? La grammatica?
Ieradi: Per quella uso molto il computer. Videogiochi, slide, presentazioni in power point. Il trucco è fare in modo che i ragazzi debbano rispondere alle domande per poter procedere. Così studiano grammatica senza rendersene conto.
Vita: Ma darà dei compiti…
Ieradi: Certo. Ad esempio faccio analizzare i testi delle canzoni dei Rolling Stones o dei Pink Floyd. Anche in inglese una doppia negazione afferma. Allora chiedo ai miei allievi: «Perché Mick Jagger canta “I can’t get no satisfaction” o in The Wall si dice “We don’t need no education”»? A loro il compito di scoprire che è un rafforzativo gergale. È un modo per fare un’analisi contrastiva.
Vita: Altri segreti?
Ieradi: Partire dall’attualità. Per la questione irlandese, ad esempio, analizzo un testo degli U2, Sunday Bloody Sunday. Per gli autori propongo ai ragazzi di scegliere e leggere un testo. La lezione successiva parto dalle percezioni che hanno avuto. Si tratta di procurare piccoli shock, di stimolare la curiosità, di non dare nulla per scontato.
Vita: E i risultati?
Ieradi: In genere sono buoni. Faccio di tutto per non far pesar loro lo studio. Cerco di lavorare con molta serenità e tranquillità, con agio, senza infastidirli.


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