Welfare

Socrate si è fermato a Parma…

Interessante e spassoso dialogo immaginario avvenuto tra un detenuto di Parma e Socrate, Aristotele e Platone

di Cristina Giudici

Quello che segue è un dialogo immaginario avvenuto in una cella durante l?ora di socialità. Socrate, Aristotele, Platone e un detenuto del carcere di Parma,Carmelo Musimecci, si interrogano sulla crudeltà della giustizia e la stupidità degli uomini.

Carmelo: «Ciao Platone. Guardia non chiuda, manca ancora Aristotele. Ho preparato due spaghettini aglio, olio e peperoncino. Ciao, Socrate , ti vedo di buon umore?»
Socrate: «Beh, il fine del carcere non deve risiedere nel dolore dell?espiazione della pena, ma solo il tentativo di far saldare il debito di una persona con la società ».
Platone: «Anche i più cattivi possono migliorare se ne hanno l?occasione, ma in questo carcere di Parma è impossibile che ciò avvenga».
Aristotele: «Se il direttore di un carcere è corretto e le guardie sono oneste, i detenuti non saranno irrecuperabili ».
Carmelo: «E se ti capita un direttore carogna e un comandante sadico, che fai?»
Socrate: «Qui a Parma hanno la certezza di ciò che non è».
Aristotele: «Non vi curate di loro perché i detenuti che sanno accrescono la loro forza ed educano il proprio carattere con buone azioni».
Carmelo: « Guarda che per la società non ci sono detenuti buoni e cattivi, ci sono solo detenuti. In ogni caso protestare sapendo già che non otterremo nulla è sempre meglio di stare zitti…».
Socrate: «Ogni detenuto ha diritto di cercare di capire per quale ragione le leggi che l?hanno condannato non vengono rispettate in carcere».
Platone:«Il detenuto ha sempre torto e quindi ha paura a pensare con la propria testa»
Carmelo: «Se tutti pensassero con la loro testa si rimarrebbe senza testa».
Socrate: «I greci non condannavano mai nessuno prima di averlo ascoltato».
Carmelo: «Se ti hanno condannato a morte, ti avranno ascoltato, ma non ti hanno di certo sentito».
Aristotele: «Se l?ingiustizia presente nasce dal passato, l?ingiustizia futura nascerà dal presente».
Socrate: «Che male la morte dà? Che cosa la morte toglie? Nient?altro che dolore. La punizione non consiste nel far morire un colpevole perché essa è la fine dei nostri mali e della pena da scontare».
Carmelo: «L?ergastolo è come la pena di morte, non ci può essere una pena che dura tutta la vita».
Carmelo: «Voi che siete filosofi, cosa suggerite?»
Socrate: «Non pretendere di sapere quello che ignori. Ci saranno sempre virtù non ricompensate e delitti impuniti» .
Platone: «In quale carcere preferiresti vivere?»
Carmelo:« Dove si obbedisce alle leggi, un carcere che bisogna costruire».
Socrate: «Se il giudice vuole essere imparziale, deve conoscere le leggi e conoscere la società, deve sapere ascoltare la voce degli uomini».

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